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Il Sud riparta dall’istruzione

Viviamo in tempi in cui è necessario rimodulare le scelte economiche e sociali, in considerazione del lungo periodo di crisi che abbiamo attraversato e che sta ancora incidendo in profondità, con strascichi importanti, soprattutto nel tessuto sociale del Mezzogiorno. La crisi economica ha acuito il disagio.
La crisi economica ha acuito il disagio, rendendo più gravi e minacciosi gli scenari economici che già erano conosciuti, accentuando i problemi strutturali del sistema-Paese. In questo quadro assai problematico, ci si sforza di raccontare i passaggi, la complessità di questo presente difficile, e spesso ci si ritrova a fare i conti con l’enigmaticità del futuro. Le questioni aperte e insolute sono certamente tante. “L’emergenza giovani”, in primis, legata alla formazione del capitale umano e al sistema dell’istruzione, e quindi alle problematiche del cosiddetto “mercato del lavoro”. Questioni che rappresentano la sfida per un Paese che per lungo tempo ha accantonato temi centrali per il rilancio del Mezzogiorno. In questi anni di critica transizione siamo passati dalla “gene – razione X” alla “generazione né/né”. Se si focalizza l’attenzione a Sud, poi, si scopre che esiste una vera e propria “emergenza educativa”. La generazione “né” studio “né” lavoro, soprattutto nella nostra regione, considerata l’alta percentuale di abbandono scolastico, va a gonfiare le fila dei disoccupati di lunga durata, costituendo così una facile preda per l’arruolamento da parte della criminalità organizzata. Del resto, l’istruzione, per i giovani meridionali, non sembra essere più avvertita come una chance così come è stato per le generazioni passate. La lotta alla dispersione scolastica dovrebbe essere un punto irrinunciabile per ogni governo, con un programma che contempli il prolungamento dell’orario nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno dell’abbandono e dell’evasione dell’obbligo. In Campania, secondo dati ISFOL, ci sono 22.733 bambini “dispersi” (8,1% della popolazione regionale in età scolare), un dato molto elevato in valori assoluti, in quanto corrisponde a circa il 20% del totale nazionale. Nella nostra regione il contrasto alla dispersione scolastica assume un significato particolare e centrale nell’ottica della lotta alla criminalità organizzata. Le azioni di contrasto alla dispersione scolastica svolgono una funzione primaria nell’arginare il percorso che potrebbe condurre i ragazzi verso l’illegalità, fatta non solo di criminalità organizzata ma anche di microcriminalità. Una situazione che se non disinnescata potrebbe presto diventare esplosiva. Ritornare ad investire nell’istruzione, riconoscendo nell’educazione e nella formazione uno degli elementi fondamentali per la realizzazione della persona. Qualcuno ha proposto una sorta di umanesimo educativo: la persona non oggetto ma come soggetto propulsivo. Fin ora è mancato un progetto reale di sviluppo e non è stata proposta una visione coerente e seria del futuro dei nostri territori, che valorizzasse le sue eccellenze, i suoi talenti. Forse, da qui in avanti, si può ricominciare almeno a sperare che dalle macerie di una stagione tragica il Sud cominci a ricostruirsi.

di Emilio De Lorenzo

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