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Il vescovo Melillo chiude il convegno diocesano: i cristiani chiamati a impegnarsi nella vita sociale e politica

E’ un invito rivolto ai cristiani a impegnarsi concretamente nella vita di ogni giorno quello che lancia il vescovo di Ariano Sergio Melillo, al termine del convegno diocesano, conclusosi ieri con la celebrazione in cattedrale “Lo sguardo di Gesù ci interpella e si rivela sempre come uno sguardo di misericordia, creativo, singolare, che ci mette nella condizione di essere “ponte” tra il Suo sguardo e quanti hanno bisogno di essere da lui guardati, orientati nel cammino di salvezza. È uno sguardo commosso di fronte alla folla di pecore senza pastore (Mc 6,30-37) alle quali sono i discepoli stessi a dover fornire il cibo e a donare il riposo. Uno sguardo di amore gratuito che abbraccia un giovane alla ricerca di senso, della vita eterna (Mc 10,17-22). Uno sguardo che abbraccia la vita di ciascuno di noi, anche quando siamo sfiduciati e stanchi. Malgrado un tempo di passioni tristi, non perdiamo la fiducia perchè «La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle» (S. Agostino). Nel cammino abbiamo bisogno di imparare a riconoscere la voce dello Spirito, interpretarne i segni e di seguire quella voce e non le altre (cfr. Evangelii gaudium, 51). TuHo ciò ci interpella a livello personale, come comunità ecclesiale e civile, perché lo Spirito è misteriosamente all’opera nelle dinamiche della società”.

Melillo esorta a non dimenticare quella è che la “responsabilità di far conoscere al nostro mondo la salvezza che il Signore ci offre! Impegniamoci affinché non diventiamo di ostacolo al desiderio di salvezza che abita il cuore degli uomini ma, al contrario, facilitatori di questo cammino. Dobbiamo porci obbieHivi concreti, affinché il nostro impegno per l’annuncio della Parola che salva sia efficace e possibile. La tradizione della Chiesa ci consegna innumerevoli possibilità, esperienze a cui guardare e da cui trarre coraggio e vitalità per proseguire nel nostro impegno. Facciamo nostre la creatività e la tenacia con cui tanti uomini e donne hanno rinnovato la vita ecclesiale, innescando processi e progeHi che ancora portano il loro fruHo. Siamo ben consapevoli che i primi a dover essere evangelizzati siamo noi, immersi nel clima veloce e confuso di oggi, potremmo trovarci a vivere la fede con un soHile senso di rinuncia, persuasi che per il Vangelo non ci sia più ascolto e che non valga più la pena impegnarsi per annunciarlo. Invece proprio questo è il momento di ritornare al Vangelo per scoprire che Cristo «è sempre giovane e fonte costante di novità» (Evangelii gaudium, 11)”. Centrale diventa, dunque, il valore della “Speranza che deve imprimere l’orientamento indicare la direzione e la finalità dell’esistenza credente. Abbiamo bisogno «di abbondare nella speranza» (cfr. Rm 15,13) per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore: perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta (Spes non confundit,18). Interroghiamoci, confrontiamoci su quali elementi possiamo intervenire e percorrere nuove vie che ripropongano l’unica e sempre vitale Parola di Salvezza! Possiamo, anzitutto, riproporci e ricordarci l’impegno che noi cristiani dobbiamo assumere nella vita sociale e politica delle nostre città, affinché i valori cristiani portino il loro frutto e orientino anche le decisioni che condizionano il presente e il futuro della nostra terra, sapendo che «Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa, aperta alla novità che Dio le vuole suggerire» (Papa Francesco)”.

Di qui la sfida di dare il via il 24 ottobre alla Scuola diocesana di formazione socio-politica. “Preoccupiamoci, inoltre, prioritariamente della proposta di formazione alla vita cristiana nelle parrocchie e meglio comprendere come i nostri percorsi di iniziazione cristiana possano diventare autentiche vie di educazione ed evangelizzazione. Ci incontreremo, pertanto, prima coi sacerdoti il 2 e 3 ottobre p.v. – presso il santuario di San Gerardo a Materdomini – e, successivamente nelle comunità e nelle foranie per elaborare più efficaci e coerenti itinerari formativi per le nostre a8ività di catechesi. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, e i nostri Santi Patroni guidino il nostro comune cammino”

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