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Inchiesta Dolce Vita, la Procura pronta a chiudere il primo filone: Festa e Guerriero verso il giudizio immediato

Inchiesta Dolce Vita,  la Procura pronta a chiudere il primo filone.  La maxi inchiesta,  che ha investito e travolto  il comune di Avellino potrebbe conoscere i primi sviluppi giudiziari.  La Procura irpina, guidata da Domenico Airoma, sta valutando l’ipotesi di richiedere per l’ex sindaco Gianluca Festa, l’architetto Fabio Guerriero il giudizio immediato custodiale per i reati per cui sono sottoposti alla misura cautelare e per la sola Smiraglia quella interdittiva dopo la decisione del Tribunale del Riesame che aveva accolto parzialmente la richiesta del suo difensore.

L’inchiesta, che non si è fermata nemmeno ad agosto,  ha registrato nuovi sviluppi  investigativi,  con  nuove acquisizioni presso gli Uffici di Piazza del Popolo di ulteriori documenti e informazioni riguardo anche all’arredo urbano e alla riqualificazioni degli edifici storici della città.

La difesa dell’ex sindaco Gianluca Festa, i penalisti Luigi Petrillo e Concetta Mari hanno poi presentato il 14 agosto un’istanza di revoca dei domiciliari per il loro assistito sulla base di una consulenza relativa alle intercettazioni da cui sarebbero emerse incongruenze con quanto riportato dalla polizia giudiziaria. Come e’ noto l’istanza e’ stata rigettata dal Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi. Decisiva per la scelta anche l’ordinanza dell’Ottava Sezione del Tribunale del Riesame, che aveva confermato la misura cautelare e le esigenze per l’architetto Fabio Guerriero, estendendo anche all’ex sindaco Gianluca Festa la valutazione sulle esigenze.

Secondo i giudici napoletani la misura resta confermata per il rischio di recidiva. Nello specifico, esprimendosi su Guerriero ma tirando in ballo anche Festa, i giudici scrivono: «Il sistema non è per nulla improvvisato e le dazioni risalgono addietro negli anni, tanto da dover mantenere una contabilità scritta, acquisita dagli inquirenti durante le varie perquisizioni. Le dazioni fanno riferimenti addirittura all’anno 2013».

Fin dall’inizio delle indagini è emersa l’esistenza di un vero e proprio comitato di affari coinvolgente il sindaco in carica di Avellino, Gianluca Festa, attivamente coadiuvato dall’amico architetto Fabio Guerriero nella raccolta di somme versate da numerosi soggetti economici affidatari di lavori pubblici».

Le eccezioni sollevate dalle difese relativamente alle intercettazioni vengono superate e confermate. È proprio grazie alle intercettazioni che si descrive il passaggio di buste di denaro nell’auto di Guerriero prima con gli imprenditori, poi con Festa. «E’ dunque evidente – si legge l’unicità del contesto illecito investigato, in cui le singole vicende corruttive si susseguono e si sovrappongono, finalizzate alla realizzazione di un obiettivo unitario, quello dell’acquisizione di risorse economiche che, in forma continuativa e periodica, formavano una provvista a cui i protagonisti attingevano».

«Seppure non vi è pericolo concreto di inquinamento probatorio in riferimento al Guerriero – che non si è reso protagonista, come Gianluca Festa, di condotte soppressive di prove – è evidente che altissimo risulta il rischio di prosecuzione dell’attività criminosa mediante il contatto con i numerosi soggetti coinvolti in un sistema illecito che, a distanza di pochi mesi dalla sua emersione, mantiene il controllo della gestione della cosa pubblica, in un contesto amministrativo caratterizzato da continuità con la precedente amministrazione» scrivono in riferimento alla sussistenza delle esigenze cautelar».

 

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