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Inchiesta Dolce Vita, nuovo colpo di scena: scatta il terzo sequestro per l’ex sindaco Festa

Nuovo colpo di scena  per l’inchiesta Dolce Vita. E’ stato  notificato dalla Guardia di Finanza un nuovo decreto di sequestro preventivo di urgenza firmato dai pm Vincenzo Russo e Fabio Massimo Del Mauro nei confronti dell’ ex sindaco di Avellino Gianluca Festa dei 40 mila euro  ritenuti profitto di tre presunte condotte di corruzione nell’esercizio delle funzioni.

La somma era  stata dissequestrata nei giorni scorsi dal Tribunale Del Riesame per le misure Reali di Avellino.Lo scorso venerdì, i magistrati avevano dichiarato inefficace il precedente decreto di sequestro emesso dalla Procura e convalidato dal Giiudice per le indagini preliminari. I giudici avev ritenuto che il sequestro, in un procedimento dove viene contestata anche l’associazione per delinquere, non si applica la sospensione feriale e, dunque, il Tribunale del Riesame che dopo il primo annullamento, su richiesta della Procura, aveva ribadito il sequestro del denaro, avrebbe dovuto pronunciarsi entro e non oltre il 30 agosto scorso.

Nonostante la decisione del Riesame, la Procura ha emesso un nuovo decreto di sequestro, ritenendo infondata l’interpretazione della difesa. Secondo i magistrati, l’ipotesi di reato di associazione a delinquere, prevista dall’articolo 416 del Codice Penale, è stata iscritta nel registro degli indagati nell’ottobre 2023, pertanto i termini d’indagine non sarebbero ancora scaduti. Al contrario, i reati per cui i termini risulterebbero scaduti sono relativi a fatti diversi da quelli oggetto del sequestro.

Rimane centrale la questione dell’interpretazione dei termini di sospensione feriali, su cui la difesa di Festa ha basato la sua strategia in relazione ai reati di turbativa d’asta e corruzione. La Procura, dal canto suo, ha ritenuto necessario procedere con urgenza al sequestro preventivo, motivando il provvedimento con il rischio concreto che la somma di denaro presente sui conti correnti dell’ex sindaco potesse non essere più disponibile in caso di una futura condanna definitiva, anche a causa della capacità reddituale dell’indagato. Ora il decreto è al vaglio del Gip per la convalida.

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