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Inchiesta sui “corsi fantasma” dell’Alto Calore: i quattro indagati convocati in Procura

Inchiesta Alto Calore, la Procura di Avellino ha convocato quattro persone nell’ambito dell’inchiesta sul secondo filone dei presunti corsi fantasma organizzati dall’Alto Calore. Le indagini riguardano l’ipotesi di indebita richiesta di fondi legati al post-Covid e l’uso di fatture false per ottenere esenzioni fiscali.La Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ha notificato gli inviti a comparire a Michelangelo Ciarcia, ex amministratore unico dell’Alto Calore, Pantaleone Trasi, ex collaboratore dell’amministratore, Gerardo Santoli, rappresentante legale della Cat Servizi, Raffaele Castagnozzi, intermediario della stessa società.

Peculato, malversazione di erogazioni pubbliche, tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti Sono le ipotesi di reato per cui nella mattinata di ieri sono stati eseguiti due decreti di sequestro preventivo firmati dal Gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura nei confronti della Società Alto Calore Servizi Spa e di una società che aveva rapporti con l’ Alto Calore per una somma di 376.711,75 euro. Ad eseguire i due decreti i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone.

Le indagini coordinate dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio avrebbero fatto emergere come la stessa società Alto Calore era stata ammessa a beneficiare del finanziamento pubblico per 454.912,50 euro nell’ambito del programma Fondo Nuove Competenze, fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo nato per contrastare gli effetti economici dannosi dell’epidemia Covid-19, con lo scopo di permettere alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori destinando parte dell’orario alla loro formazione rimborsando il costo delle ore di lavoro in riduzione destinate alla frequenza dei corsi. Per cui avrebbe ottenuto nel settembre del 2021 l’anticipazione del contributo nella misura del 70% dell’importo finanziato, pari a euro 318.438,75 materialmente erogati dall’ INPS su mandato di ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, competente sull’erogazione), non destinava il contributo ricevuto alle finalità previste, mai procedendo ad organizzare e svolgere realmente i corsi di formazione in presenza che aveva dichiarato di voler svolgere.

Gli indagati dovranno comparire lunedì davanti ai sostituti procuratori Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che coordinano l’inchiesta sotto la supervisione del tenente colonnello Alessio Iannone. Gli avvocati difensori sono Nello Pizza, Marino CaponeLuigi Petrillo e Angelo Leone, già presenti anche nella precedente indagine. c’è infatti un primo filone d’indagine che  ha portato  alla richiesta da parte  della procura  di tredici richieste di rinvio a giudizio firmate dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio nei confronti di altrettanti indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’Alto Calore per la formazione 4.0 . Il Gup del Tribunale di Avellino Giulio Argenio ha infatti rdeciderà il prossimo 18 ottobre  sull’eventuale  il giudizio per 11 indagati e su due richieste di abbreviato (uno semplice e l’altro condizionato) presentate nel corso dell’udienza celebrata lo scorso  5 luglio.

L’ inchiesta condotta dal Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino, relativa al Credito di imposta utilizzato dall’ Alto Calore per lo svolgimento dei corsi di formazione per i dipendenti, e’ partita dalla denuncia di uno stesso dipendente dell’ente di Corso Europa. Corsi di formazione che sarebbero stati eseguiti, secondo l’accusa solo sulla carta, ma soldi veri, edistratti in favore delle società, che tra il 2019 e il 2021, che avrebbero organizzato e progettato i percorsi di aggiornamento professionale per l’Alto Calore.

Nel febbraio 2023 prese il via l’inchiesta con il primo blitz della guardia di finanza e i primi interrogatori dei dipendenti svolti dai pubblici ministeri Luigi Iglio e Vincenzo Toscano nella sede di Corso Europa. Successivamente negli uffici del palazzo di giustizia furono ascoltati altri dipendenti che hanno portato all’iscrizione di 13 persone nel registro degli indagati, tutti accusati di reati tributari.

 

 

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