Corriere dell'Irpinia

Industria Italiana Autobus, Spera: rialziamo la testa, il tempo dell’attesa è scaduto

Valle Ufita.”Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo”. Così il sindaco della cittadina ufitana,  Marcantonio Spera, su quanto sta accadendo alla Industria Italiana Autobus. Ma non solo per quella. Per tutta la cosidetta” vertenza valle Ufita “. Che comprende anche  l’Alta Capacità.  E le due cose, è il caso di dire, viaggiano insieme. In attesa dell’incontro, richiesto poche ore fa dai sindacati, con il  Ministero delle Infrastrutture e  dei Trasporti, e del nuovo consiglio di amministrazione di IIA, i primi cittadini del comprensorio si dicono meno fiduciosi di altre volte. Anche perché i conti dello stabilimento flumerese, da anni, segnano il colore rosso: sono  arrivati, infatti, quasi a 100 milioni di euro.” Per questo problema che sta mettendo a dura prova la Valle dell’Ufita- continua Spera-, così come per i rischi ancora non scongiurati per la nascente  Piattaforma Logistica, avevamo iniziato un percorso di iniziative condivise, virtuose e vincenti con le parti Sociali, i sindaci, i sindacati. Che, però, si è arenato”. Non è, il sindaco, di quelli che  accettano” la attesa passiva degli eventi mentre i cittadini indifesi, con ansia olimpica, aspettano che il Governo decida per il loro futuro”. Anzi è convinto che, le fasce tricolori, dovrebbero e potrebbero fare di più.”In qualità di sentinelle del territorio dovremmo riattivarci, al più presto, in soccorso al Sindacato che non potrà farcela da solo”. E lancia un appello ai suoi colleghi.”  Rialziamo la testa. Il tempo dell’attesa sta per scadere”. Non dovranno” le anime libere e sincere”,  secondo Spera, “farsi narcotizzare dall’estate e dalle vacanze.Il problema deve essere affrontato.  Qualsiasi decisione presa, anche di concorso pubblico e privato,  sarà ben accetta. Se fatta a difesa dei lavoratori e delle aree interne. Speriamo che il governo non deluda le aspettative di una comunità”. E, infine, auspica l’arrivo di” un Cda forte in grado di arginare il debito che, pare, aumenti ogni mese per le inspiegabili inefficienze. Un grido d’allarme ci dovrà unire: svegliamoci tutti”.

Giancarlo Vitale
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