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Irpinia terra di scippi 

Ci hanno scippato le risorse idriche. Hanno soppresso i tribunali nelle zone interne. Hanno ridimensionato gli ospedali. Ridotti i trasporti. Ma non bastava. Ora vogliono scipparci anche l‘Alta Capacità, con la Stazione Hirpinia nella Valle dell’Ufita. Vogliono consegnarci alla solitudine civile e sociale. Viene dalla Commissione Lavori pubblici del Senato questa ennesima proposta di scippo. La formula la sannita pentastellata Sabrina Ricciardi. Dice al governo amico: se si cancella il secondo lotto della Napoli-Bari (Hirpinia- Orsara) si risparmia la spesa di circa il sessanta per cento. In altre parole delenda est la stazione Hirpinia. Protesta il presidente della Provincia Gambacorta (lo scippo non s’ha da fare!), si ribellano molti sindaci dei comuni ufitani, si giustificano i parlamentari pentastellati assegnando le responsabilità alla vecchia politica ribadendo però l’esigenza della economicità dell’opera. Proprio loro, i pentastellati, che in Irpinia hanno fatto il pieno dei consensi. Per non dire della Regione e dei rappresentanti irpini diventati incredibilmente muti. E che dice l’ex sottosegretario alle infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro che, nel trascorso mandato parlamentare, aveva puntato quasi tutto sulla realizzazione della Napoli-Bari, passando per l’Irpinia? Taglienti, lucide, senza remore, invece, le parole di Pino Bruno, presidente degli industriali irpini. “Se si cancellerà la stazione Hirpinia, meglio chiudere le porte dello sviluppo in Irpinia e trasferirsi all’estero. Da noi è Africa”. C’è una ragione in tutto questo. L’assenza di una vera classe dirigente capace di difendere il territorio, impegnata a tutelarla dagli scippi diventati ormai insopportabili. Cancellare la Stazione Hirpinia significa spezzare il sogno di ricongiungere l’Irpinia alle grandi direttrici di sviluppo, mortificare quella speranza su cui per anni si è puntato anche per sconfiggere lo spopolamento.

di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud

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