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Istituzionalizzare il Pride ad Avellino: come riuscirà il Pd a votare contro le proposte di una sindaca di sinistra?

AVELLINO – Istituzionalizzare il Pride. Farne un appuntamento fisso per la città di Avellino. Magari anche più che annuale. Nel segno dell’inclusione e della parità di genere (qualunque esso sia). La proposta di istituzionalizzazione arriva dalla sindaca Laura Nargi. La si legge all’interno delle Linee Programmatiche sulle quali domani in Aula chiederà la fiducia ai 9 gruppi consiliari di questa complessa legislatura 2024/2029. Una proposta che ha un sapore squisitamente ‘progressista’ e che sposta il Comune di Avellino un po’ più a sinistra del solito: un’area ideologica e politica alla quale del resto la sindaca ha sempre detto di appartenere. Ma il bello è che a quanto pare saranno proprio i sedicenti “esponenti del centrodestra civico” a votare “sì” alle Linee Programmatiche di Nargi, e saranno proprio gli esponenti del centrosinistra avellinese a votare “no”. Lo ha annunciato solo poche ore fa Antonio Gengaro: “Sono Linee Programmatiche ridicole”. A chi dare credito? Chi è in buona fede? Chi è il vero portatore sano delle battaglie progressiste? E’ una bella lotta.

La domanda intanto può essere questa: “E’ importante per il centrosinistra la questione Lgbt?”. Una questione fatalmente diventata di attualità nazionale proprio in questi giorni di Olimpiadi e con il caso “della pugile con il testosterone alto”. La sinistra a livello nazionale ne ha fatto naturalmente una questione di vita e di morte, ma è un argomento che sta a cuore anche ai consiglieri eletti nel centrosinistra avellinese? O è una questione che si può accantonare?

Se questo non è un paradosso, poco ci manca. Se domani in Assise assisteremo a questa capriola vorrà dire che il “centrodestra civico”, rappresentato in consiglio comunale da Rino Genovese (Patto Civico), Gerardo Melillo (Forza Avellino), Giuseppe Giacobbe e Sergio Trezza (Moderati e Riformisti), sarà entrato ufficialmente in maggioranza e per poterlo fare avrà accettato di darsi qualche pizzico sulla pancia. Nello stesso tempo i pizzichi saranno scattati anche sulle pance dei colleghi consiglieri di centrosinistra: pronti a dire no ad una iniziativa Lgbt pur di andare contro la sindaca. Naturalmente (e qui si immagina già una risposta a chi chiederà loro conto) “il no è sulle Linee Programmatiche nel loro complesso, e non sul singolo punto del Pride, anzi: quando il singolo punto arriverà in Consiglio noi voteremo sicuramente a favore. Ma per ora è no”. Il guaio, per il campolargo di centrosinistra, è che questo sarà solo il primo “caso di coscienza” di fronte al quale si troveranno gli otto consiglieri eletti: nel corso della consiliatura se ne proporranno sicuramente tanti altri. Perché Nargi in passato si è candidata con il Pd e alle ultime Europee ha detto di aver votato per un partito di centrosinistra: le proposte che porterà in Aula saranno quindi tendenzialmente sempre indirizzate lì dove predica il centrosinistra.

La proposta di Nargi sul mondo Lgbt è spiegata un po’ meglio nel suo programma elettorale: “Proseguiremo convintamente l’impegno contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. In particolare, verrà implementato lo sportello Malika già attivato sul finire del precedente mandato. Ma vogliamo anche una città aperta e convintamente schierata contro l’omofobia, in linea con gli impegni assunti nell’ultimo ‘Irpinia Pride’, che riproporremo”. Come si farà a dire: “Noi del Pd non siamo d’accordo”?

Una crisi di coscienza che, specularmente, dall’altra parte, non sarà forse altrettanto pesante, perché in realtà, checché ne dica Gianfranco Rotondi, di centrodestra ce n’è ben poco. Lo disse anche lo stesso Rino Genovese in campagna elettorale: “Non voglio simboli di partito perché ormai destra e sinistra hanno perso il loro significato”. L’unica lista che a queste ultime Amministrative si era presentata con un simbolo e una bandiera è stata Fratelli d’Italia, con il candidato sindaco Modestino Iandoli, ma gli avellinesi hanno espresso un altro indirizzo. Vediamo dove ci porterà.

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