Site icon Corriere dell'Irpinia

La centralità del Mediterraneo

Physical map of Planet Earth, focused on Mediterranean Sea. Satellite view of Southern Europe and North Africa, sun shining on the horizon. 3D illustration - Elements of this image furnished by NASA

Enrico Mattei nacque ad Acqualagne nel 1906. Fu partigiano e si distinse per le sue grandi doti di organizzatore. Nell’immediato dopoguerra ricevette l’incarico di liquidare l’AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) di proprietà dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi); tuttavia, il dirigente pubblico riorganizzò l’azienda di stato e avviò ricerche minerarie che portarono alla scoperta di petrolio nella zona di Cortemaggiore, nella bassa piacentina. Successivamente, Mattei gestì l’ENI con una tale abilità da diventare l’uomo politico e dirigente d’azienda italiano più famoso al mondo. Era il tempo dello stemma del “Cane a sei zampe” associato allo slogan “Supercortemaggiore, la potente benzina italiana”. Mattei avviò contatti internazionali in materia d’idrocarburi, stipulando contratti di reciproca convenienza proponendo tariffe all’insegna del “Fifty-fifty method”, che irritarono le altre compagnie petrolifere internazionali, abituate a operare in regime di monopolio imponendo il famigerato “Cartello”. Nel 1957 il ministro del petrolio saudita Abdullah Taruqi dichiarò: “È vero, Mattei è l’unico ad aver capito che i tempi sono cambiati, che lo sfruttamento colonialista deve essere sostituito da un’associazione sincera. È un uomo per il quale nutro la massima ammirazione”. Mattei fu pioniere anche in campo nucleare: infatti, nel maggio 1963 la centrale nucleare di Latina divenne operativa, posizionando l’Italia come terza potenza mondiale nel campo nucleare.

Tuttavia, il 27 ottobre 1962, durante un viaggio di lavoro di ritorno dalla Sicilia, l’aereo del manager italiano precipitò nei pressi di Pavia. Sebbene le inchieste ufficiali conclusero con un “Out of order”, indicando una perdita di controllo in volo, le ipotesi più disparate continuarono fino ai nostri giorni. Il giornalista Mauro De Mauro, del giornale L’Ora di Palermo, che stava conducendo un’indagine approfondita sull’accaduto nel 1970, fu sequestrato da Cosa Nostra e non fece più ritorno. Sul mistero dell’aereo si sono fatte ipotesi di contatti tra Cosa Nostra e la Mafia Americana, ipotizzando addirittura il coinvolgimento della CIA e di GLADIO (l’organizzazione Militare segreta italiana). Con la morte di Mattei finì l’epopea petrolifera italiana nel mondo.

Allo scopo di portare un contributo fattivo a un progetto che realizzi un vero progresso del continente africano, la nostra Presidenza del Consiglio, con la legge del gennaio 2024 e i successivi DPCM, ha istituito una “Cabina di regia” che avrà il compito di coordinare le attività dei vari ministeri interessati nei settori di Sanità, Istruzione e Formazione, Agricoltura, Acqua, Energie e Infrastrutture. Il MUR (Ministero per l’Università e la Ricerca) avrà il compito di coordinare tutte le energie che il Sistema Paese Italia, pubblico ma anche privato del terzo settore e con società partecipate, è in grado di generare per il raggiungimento degli obiettivi preposti. In questa prima fase, i paesi pilota sono Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya. Nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa e a seguito dell’incontro bilaterale del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Presidente della Repubblica di Algeria, Abdelmadjid Tebboune, a margine del Vertice G7 di Borgo Egnazia, è stata firmata in data il 6 luglio 2024 ad Algeri un’intesa nel campo dell’agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia alla presenza dei rispettivi Ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e Youcef Cherfa. L’accordo prevede “Una concessione strategica da parte del governo algerino di 36.000 ettari, che la società Bonifiche Ferraresi S.p.A. recupererà all’uso agricolo, creando un’intera filiera produttiva”. Le attività verranno avviate già nel 2024 tramite la creazione di pozzi e una prima semina di cereali. Questa intesa rappresenta il più grande investimento in agricoltura sostenibile fatto sinora dall’Italia in Nord Africa, dove il Governo italiano è impegnato nel settore con un’azione ad ampio raggio che coinvolge diverse aree e Nazioni della sponda sud del Mediterraneo.

Allargando lo sguardo a ciò che succede intorno a noi, abbiamo la Repubblica Federale Tedesca che presenta una situazione politico-economica incerta. Nel 2023, la Germania ha subito una pesante battuta d’arresto con l’economia in recessione e una riduzione del 15% nell’interscambio con la Cina, suo principale partner commerciale. Dietro la crisi economica si nasconde una rilevante incertezza politica: la Grosse Koalition è venuta meno, e il governo si regge su una pluralità frammentata di partiti. Inoltre, salari in calo, riduzione del benessere sociale e ansia crescente per le crisi finanziarie, le guerre in atto e, non ultimo, per i focolai di Covid, aggravano la situazione.

Similmente, la Francia affronta una situazione politica instabile. Le recenti elezioni politiche hanno delineato un quadro difficilissimo da gestire, e non è improbabile che tra un anno i francesi siano chiamati di nuovo alle urne. La situazione si complica ulteriormente se si guarda alla fascia del Sahel, dove paesi come Senegal, Mali, Mauritania, Niger, Burkina Faso, Ciad e Sudan sono in fase di decolonizzazione e rivendicano piena autonomia.

Alla luce di questo stato di cose, la relativamente stabile situazione politico-economica italiana, considerando la sua posizione geopolitica di centralità nell’area mediterranea, potrebbe tentare di far ripartire il motore europeo, questa volta a trazione italiana, con un nuovo Piano Mattei. Tale piano mirerebbe a porre fine allo sfruttamento dei paesi sottosviluppati, azionando una leva economica paritaria volta alla creazione di infrastrutture, ospedali, scuole, strade, sistemi di irrigazione e coltivazione, impianti per la desalinizzazione, lotta alla desertificazione e, dall’altra, attivare imprenditoria industriale e intelligenze umane.

Non bisogna dimenticare che tutto ciò avviene sotto l’occhio vigile dei Paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che contestano l’economia occidentale, minacciando di scalzare il dollaro e il FMI (Fondo Monetario Internazionale) per avviare un’economia alternativa.

In questo contesto, i partiti italiani attualmente al governo esprimono posizioni molto diversificate nel Parlamento Europeo e, quindi, nel supporto a Ursula Von Der Leyen, alla quale è stato rinnovato l’incarico come Presidente della Commissione Europea. Anche Scholz e Macron, da una parte, e Meloni, dall’altra, che mostrano di ignorarsi, dovrebbero sciogliere il gelo in nome di una visione globale all’insegna del bene comune.

Riflessione politica finale

In un momento storico in cui la geopolitica globale è in costante evoluzione, l’Italia ha davanti a sé un’opportunità unica per riaffermare il suo ruolo centrale nel Mediterraneo e promuovere una cooperazione sostenibile e paritaria con l’Africa. Il rinnovato Piano Mattei, ispirato alla visione del celebre imprenditore e politico italiano Enrico Mattei, può essere lo strumento chiave per raggiungere questo obiettivo, trasformando il Mediterraneo in un ponte di connessione tra Europa, l’Africa e le altre economie emergenti.

L’Italia, con la sua posizione strategica e la sua ricca storia di relazioni diplomatiche e commerciali con il continente africano, è nella condizione ideale per guidare un’iniziativa di cooperazione che vada oltre i meri interessi economici. Un rinnovato Piano Mattei potrebbe infatti promuovere un modello di sviluppo sostenibile, basato su principi di equità e rispetto reciproco, che metta al centro le reali esigenze dei paesi africani e le aspirazioni dei loro popoli. Tuttavia, per realizzare questa visione, è fondamentale che l’Italia superi le divergenze politiche interne e le tensioni con i partner europei. La politica estera italiana deve essere caratterizzata da un forte senso di unità e determinazione, mirando a costruire alleanze strategiche non solo con i paesi del Mediterraneo, ma anche con i partner europei e le potenze emergenti. Un approccio coeso e inclusivo è essenziale per garantire la stabilità e la sicurezza della regione, affrontando insieme sfide comuni come il cambiamento climatico, la migrazione e lo sviluppo economico.

Il rinnovato Piano Mattei può diventare un faro di speranza per l’intero Mediterraneo, dimostrando che è possibile costruire relazioni internazionali basate sulla cooperazione paritaria e il rispetto reciproco. Questo piano dovrebbe includere investimenti in infrastrutture sostenibili, tecnologie verdi, istruzione e sanità, contribuendo così a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo economico e sociale in Africa. Inoltre, promuovendo la partecipazione attiva dei paesi africani nella definizione delle priorità e delle strategie di sviluppo, si può garantire che le iniziative siano veramente rispondenti alle esigenze locali.

Ecco perché, indipendentemente dalla maggioranza che ha portato Ursula Von der Leyen alla Presidenza della Commissione Europea il nuovo Piano Mattei potrebbe ottenere un ulteriore impulso: infatti quest’ultima ha sostenuto nelle sue dichiarazioni programmatiche “Abbiamo bisogno di un approccio comune sui rimpatri dei migranti irregolari che non hanno diritto d’asilo per renderli più efficaci e dignitosi. E dobbiamo sviluppare partenariati globali, in particolare nel nostro vicinato meridionale. La regione del Mediterraneo dovrebbe ricevere un’attenzione totale. Questo è il motivo per cui io nominerò un Commissario per la regione che proporrà una nuova agenda per il Mediterraneo insieme all’Alto Rappresentante per la Politica estera comune. Il futuro delle due sponde del Mediterraneo è uno solo”.

Il Mediterraneo ha sempre avuto un ruolo fondamentale come crocevia di civiltà, culture e commerci. Oggi, più che mai, ha il potenziale per diventare un ponte tra l’Europa, l’Africa e le economie emergenti. L’Italia, con la sua storica vocazione mediterranea, può e deve essere il motore di questo processo, promuovendo una visione di cooperazione inclusiva che porti benefici a tutte le nazioni coinvolte.

Fioravante Ascolese e Rosa Bianco

Exit mobile version