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La riforma del Terzo settore

 

L’Italia degli scontri, le polemiche permanenti, la confusione di una burocrazia non adeguata alle emergenze immediate, hanno caratterizzato le notizie di primo piano della catastrofe di Rigopiano. A fronte della complessità, senza precedenti, dell’emergenza terremoto- neve delle zone più colpite dell’Italia centrale nasce spontanea la domanda: nonostante l’immediatezza emergenziale di governo necessaria, come si articola l’agenda sociale del governo Gentiloni? Più esattamente quali sono i provvedimenti legislativi in itinere inerenti la regolamentazione dei rapporti della sfera pubblica con quella privata e che tempi si prevedono per la loro definitiva approvazione? Frattanto è doveroso domandarsi, altresì, che riscontri concreti avranno le altre emergenze presenti nella quotidianità umana e sociale del nostro Paese, la povertà e l’emigrazione. In realtà erano non poche le leggi che stavano per essere varate per tutelare la centralità del valore persona e che ora rischiano di rimanere in mezzo al guado di lavori parlamentari lenti e tardivi rispetto alle tante emergenze, vecchie e nuove, ordinarie e straordinarie. Nel novero di queste leggi primeggia la riforma del Terzo Settore, ancora mancano dei decreti attuativi. Una priorità assoluta diventa sempre più la lotta alla povertà a fronte di un progressivo aumento delle famiglie che vivono una condizione di privazione assoluta delle elementari condizioni di sopravvivenza: mancanza di una casa riscaldata, di minimali condizioni igienicosanitarie, di sufficiente alimentazione, di cure essenziali per la tutela della salute. La misura Rei – reddito di inclusione sociale – prevedeva un Piano di lotta alla povertà. Il relativo disegno di legge di delega, già approvato, è in fase di discussione nella Commissione Lavoro ed è auspicabile che l’agenda del governo Gentiloni preveda la sollecita ultimazione dell’esame parlamentare. La totalità delle forze sociali ed associative che hanno dato vita all’Alleanza contro la Povertà" esprimono la loro preoccupazione e sollecitano l’approvazione dei decreti attuativi con l’elaborazione del Piano contro la povertà come risposta concreta ad una emergenza spesso ignorata, una drammaticamente presente. Ci sono, frattanto, altre due leggi attese da tempo dalla sensibilità civile della società italiana. La prima riguarda i requisiti necessari per ottenere la cittadinanza italiana per i figli di genitori stranieri nati in Italia; il relativo provvedimento legislativo, già approvato dalla camera nell’ottobre 2015, giace da una anno in Senato. La seconda riguarda la riforma del sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, oltre 20 mila nel 2016. Papa Francesco ha più volte sollecitato l’urgenza di affrontare con umanità e speciale impegno il provvedimento. La particolarità della problematica minorile investe anche la sfera della riforma della giustizia con l’abolizione del tribunale per i minorenni. Molte speranze erano state suscitate dalla promessa del ministro Poletti per l’aumento del Fondo Non Autosufficienza, come pure la riforma dell’Irpef a favore dei nuclei familiari con figli numerosi. Sono tappe legislative il cui traguardo è atteso da molti anni e la transitarietà del governo Gentiloni e l’emergere di esigenze legislative e finanziarie straordinarie comportano il rischio che l’agenda sociale dell’attuale governo subisca una battuta di arresto. Ancora una volta la democrazia associativa diffusa nel tessuto civile e sociale del nostro paese, dovrà svolgere una straordinaria campagna di sensibilizzazione nei confronti di una democrazia rappresentativa che rischia progressivamente di rappresentare solo se stessa.
edito dal Quotidiano del Sud

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