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La scuola metafora della democrazia in crisi, si proietta “La sala professori”

E’ una pellicola preziosa quella che chiude la rassegna dello Zia Lidia. L’ultimo appuntamento è il 27 maggio, alle 18.30 e alle 21, con “La Sala professori” di İlker Çatak. Nella Germania odierna, in una scuola media l’idealista insegnante di Matematica, Carla Nowak, vede l’ambiente generale venir meno alle premesse e alle pratiche pedagogiche e didattiche cui l’istituto s’ispira. Una serie di furti comporta interrogatori agli alunni, un crescente clima di sospetto, il ridestarsi di pregiudizi e discriminazioni, con la conseguenza di minare il patto tra dirigenza, corpo insegnante, genitori e figli.  Carla si trova così a combattere con dinamiche che sembrano non tener conto non solo dei principi morali, di ciò che sarebbe giusto fare, ma del rispetto di ogni singola persona, adulta o meno che sia. Ognuno ha le sue ragioni (preside, professori, ragazzi, genitori, segreteria…) che spesso non solo non coincidono, ma rischiano di ledere la dignità e libertà di ciascuno.

La pellicola si fa metafora di una democrazia sempre sull’orlo di regredire e di risolversi nell’applicazione di un’simmetria di potere, con buona pace di principi reclamati solo a parole. Quarto lungometraggio del quarantenne regista berlinese di origini turche, “La sala professori”, il film è stato presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2023, vincitore di cinque German Film Awards e candidato come Miglio Film Internazionale agli Oscar 2024, si avvale di un’ottima sceneggiatura (del regista e di Johannes Duncker) e di una superlativa interprete (Leonie Benesch).

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