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La siccità ha già bruciato 33mila posti di lavoro al Sud. Entro tre settimane potrebbe finire pure l’acqua per l’irrigazione

Oggi abbiamo un Nord sovrabbondante d’acqua e un Centro Sud arso dalla siccità, dove sono a rischio asset economici importanti quali l’agricoltura ed il turismo”, a lanciare l’allarme è Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi, presentando il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.

La fotografia idrica ci consegna un’Italia climaticamente spaccata in due. Il Nord ha visto fino ad oggi un’estate con abbondanti piogge e numerosi eventi estremi, il Centro Sud è stretto nella morsa del caldo da settimana e non si vede ancora una via d’uscita. Tradotto, il deficit pluviometrico cresce e le falde acquifere vanno progressivamente in sofferenza. Lo studio dell’osservatorio sposta l’attenzione anche sul rischio dell’inaridimento di alcune regioni italiane. La pianura foggiana e la Sicilia ne sono un esempio lampante.

L’invaso di Occhito, un bacino da 250 milioni di metri cubi d’ acqua, posto tra le regioni Molise e Puglia, a servizio dell’agricoltura del Tavoliere e fonte preziosa di risorsa destinata all’uso potabile, in soli 8 giorni ha visto ridursi i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi. Mentre in Sicilia 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile, altri 6 hanno disponibile meno di un milione di metri cubi e 4 meno di due milioni.

In Abruzzo è segnalata una crisi idrica senza precedenti dimostrata dalle esigue portate delle sorgenti in territori, come quelli ai piedi della Maiella, che mai hanno sofferto per mancanza d’acqua. Il Lazio vede la decrescita inarrestabile dei livelli dei suoi laghi, in Umbria il lago Trasimeno è sempre più asciutto e la sua altezza ora è di ben 25 centimetri inferiore al livello, sotto cui non dovrebbe mai scendere; in Basilicata, in una settimana, le dighe hanno rilasciato 12 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua e in Campania gli invasi del Cilento trattengono complessivamente oltre 13 milioni di metri cubi.

Dati che è possibile riscontrare diffusamente in tutto il Mezzogiorno. Le conseguenze di queste crisi idriche hanno portato oltre al razionamento delle forniture idriche e a una perdita di 33mila posti di lavoro nei campi del Sud, tra Sicilia e Puglia. E, se non bastasse, se il trend non si dovesse invertire, sussiste il serio rischio che entro tre settimane non ci sarà più acqua disponibile per l’irrigazione.

Il clima è cambiato e ne stanno facendo le spese i territori e le economie.

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