Corriere dell'Irpinia

Le aree interne continuano a spopolarsi, ma a Sant’Andrea di Conza record di stranieri

La popolazione residente in Campania, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2022, ammonta a 5.609.536 residenti, in calo rispetto al 2021 (-14.884 individui; -0,3%); poco più della metà della popolazione vive nella città metropolitana di Napoli (53,1%). E’ quanto rivela l’ultimo censimento dell’Istat.

La diminuzione rispetto al 2021 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.

In Campania, a differenza del resto del Paese, i nati sono lievemente aumentati (44.469, +1.066 rispetto al 2021).
Il tasso di mortalità è cresciuto dal 10,8 per mille del 2021 al 10,9 per mille del 2022, con un picco del 13,3 per mille registrato nella provincia di Benevento.
Le donne sono il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 131mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.

L’età media si è leggermente innalzata rispetto al 2021 da 43,6 a 43,9 anni. Le province di Napoli e di Caserta sono le più giovani (43,1 anni), Benevento ed Avellino quelle più anziane (rispettivamente 46,6 e 46,3 anni).

Gli stranieri censiti sono 251.996 (+12.006 rispetto al 2021), il 4,5% della popolazione regionale. Provengono da 170 Paesi, prevalentemente da Ucraina (16,4%), Romania (13,4%) e Marocco (9,5%).
Poco più di un quinto della popolazione (20,8%) vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Napoli, Salerno e Giugliano in Campania) e più di un quarto in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (28,1%).
I comuni della montagna interna subiscono il maggior decremento di popolazione e presentano una struttura per età più vecchia.

Distribuzione della popolazione e dinamica demografica

Rispetto al 2021 i dati censuari evidenziano una flessione di 14.884 unità nella regione, percentualmente superiore (-0,3%) a quella media nazionale (-0,1%). L’unica provincia a registrare un incremento della popolazione è Caserta (+1.029 residenti). La provincia di Napoli perde 8.038 residenti, seguita da Salerno
(-3.426) e Avellino (-2.519). In termini relativi, le diminuzioni maggiori si registrano nelle province di Benevento (-0,7%) e Avellino (-0,6%).
Poco più della metà della popolazione risiede nella provincia di Napoli (53,1%), che sfiora i tre milioni di abitanti. Segue la provincia di Salerno, che con oltre 1 milione di residenti raccoglie il 18,9% dei residenti della regione. Le altre tre province ospitano il 28,0% dei residenti.

La significativa diminuzione della popolazione residente in Campania nel 2022 è frutto della somma di due saldi negativi, quello naturale (-16.990 unità) e quello migratorio interno (–23.976), non compensata dai valori positivi del saldo migratorio con l’estero (+16.013) e dell’aggiustamento statistico (+10.069). Tutte le province seguono l’andamento regionale, in particolare la provincia di Napoli che ha il più basso saldo naturale (-6.284) e saldo migratorio interno (-15.434), a cui si contrappone il saldo migratorio estero più elevato (+6.172).

Il saldo naturale nella regione conferma la dinamica sfavorevole in corso, caratterizzata da un eccesso dei decessi (61.459) sulle nascite (44.469).

In Campania, come nel resto del Paese, si registra il nuovo record minimo delle nascite, con una riduzione di oltre un terzo rispetto ai circa 67mila nati di inizio millennio. Si attenua il trend negativo del tasso di natalità, passando dal 7,7 per mille del 2021 al 7,9 del 2022, pur mantenendosi più elevato della media nazionale (6,7 per mille abitanti). A livello provinciale il maggior incremento (+0,5 per mille nel 2022), si riscontra a Benevento e Caserta (che presenta anche il valore massimo in regione), seguite dalla provincia di Napoli (da 8,1 a 8,3 per mille); stabili le province di Avellino e Salerno.

Rispetto all’anno precedente il numero dei morti cresce di 538 unità, in linea con il progressivo invecchiamento della popolazione. L’incremento dello 0,9% è comunque inferiore al dato nazionale (+2,0%). Il più elevato numero di decessi si è registrato durante i mesi più rigidi, da gennaio a marzo, e nei mesi più caldi, in particolare a luglio. In questi quattro mesi si sono rilevati 23.531 decessi, poco più del 38% del totale, dovuti soprattutto alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato individui anziani e/o fragili dal punto di vista delle condizioni di salute1.

La mortalità in Campania è inferiore alla media nazionale (12,1 morti ogni mille abitanti) e si attesta al 10,9 per mille nel 2022 (dal 10,8 dell’anno precedente): i valori provinciali variano dal 10,1 di Caserta al 13,3 per mille di Benevento, anche se ad Avellino si è registrato l’aumento più consistente.
Non si arresta la perdita di popolazione verso il resto del Paese. Infatti, il saldo migratorio interno (con gli altri comuni italiani) ha registrato un bilancio negativo di quasi 24mila persone, di cui poco più del 64% relativo alla provincia di Napoli.

Il tasso migratorio interno passa da -3,2 del 2021 a -4,3 per mille nel 2022; la flessione osservata è più marcata nella provincia di Caserta (da -1,2 a -2,8 per mille) e più contenuta a Napoli (da -4,4 a -5,2 per mille).
Segnali positivi si rilevano invece, anche nel 2022, per i movimenti migratori internazionali. La differenza tra entrate e uscite con l’estero restituisce un saldo migratorio netto positivo in tutte le province, pari a poco più di 16mila unità a livello regionale. La provincia di Napoli, con un saldo positivo di oltre 6mila unità, conferma la propria vocazione di area più attrattiva della regione, seguita dalla provincia di Caserta. Il tasso migratorio con l’estero (2,9 per mille) si mantiene sotto la media nazionale (4,4 per mille): in crescita in tutte le province rispetto al 2021, oscilla tra il 2,1 per mille di Napoli e il 4,6 per mille di Caserta.

Struttura della popolazione per genere ed età

La prevalenza della componente femminile nella struttura per genere si conferma anche nel 2022. Le donne superano gli uomini di oltre 131mila unità e rappresentano il 51,2% della popolazione residente. Il peso della componente femminile si evidenzia particolarmente nelle età più avanzate a seguito della maggiore longevità femminile.
Nel 2022 la popolazione campana presenta una struttura per età sensibilmente meno anziana rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte.

L’età media, in leggera crescita sul 2021 (43,6), è di 43,9 anni, contro i 46,4 anni della media nazionale (Prospetto 5). Aumentano l’indice di vecchiaia2, che passa da 143,6 del 2021 a 148,6 del 2022, e lievemente l’indice di dipendenza degli anziani, che si attesta a 31,2 contro 30,6 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 123,4 del 2021 a 124,5.
A livello provinciale, Caserta e Napoli presentano la struttura demografica più giovane; all’opposto, il processo di invecchiamento è più evidente nelle province di Benevento e Avellino.

Popolazione straniera residente

La popolazione straniera in Campania, al 31 dicembre 2022, ammonta a 251.996 persone, il 4,9% degli stranieri residenti in Italia. Poco più della metà risiede nella provincia di Napoli (50,5%), seguita dalle due province di Salerno (20,6%) e Caserta (20,0%). L’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione residente è minore rispetto al dato nazionale (4,5% contro 8,7%); i valori sono compresi tra il 3,3% di Benevento e il 5,6% di Caserta.
Il bilancio demografico (Prospetto 6) evidenzia una crescita complessiva della popolazione straniera residente in regione rispetto al 2021 di 12.006 unità, corrispondente ad un tasso di incremento positivo del 5,0%.

Da segnalare il saldo migratorio con l’estero fortemente positivo (+17.087 unità), in grado di compensare più che proporzionalmente il seppur consistente flusso di acquisizioni di cittadinanza italiana (-4.725 unità). Questi due valori, unitamente alla positività del saldo naturale della popolazione straniera, sembrano mostrare una presenza straniera dotata di una progettualità migratoria relativamente stabile.

A livello provinciale il quadro non cambia. Tutte le province presentano tassi di crescita positivi della popolazione straniera residente rispetto all’anno precedente, con valori che oscillano tra l’3,9% di Benevento e il 7,1% di Avellino.
Rispetto a quella italiana, la popolazione straniera presenta una distribuzione per età più giovane, evidenziata da bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (24,4 contro 53,8 dei cittadini italiani) e di vecchiaia (33,1 contro 154,5 degli italiani). Le variazioni interprovinciali di questi indicatori, così come l’eterogenea incidenza della popolazione femminile rispetto a quella maschile, dipendono dalla diversa caratterizzazione del fenomeno migratorio, dal carattere individuale o familiare, dalla durata del percorso migratorio, dalle cittadinanze prevalenti, più o meno inclini all’acquisizione della cittadinanza italiana.

La maggior parte degli stranieri residenti in Campania proviene dall’Europa (43,2%), il 27,0% dall’Asia, il 25,2 % dall’Africa e il 4,6% dall’America. Residuali le presenze dall’Oceania e di apolidi.
I cittadini stranieri provengono da 170 Paesi del mondo, soprattutto da Ucraina (16,4%), Romania (13,4%), Marocco (9,5%) e Sri Lanka (6,7%). I residenti stranieri di cittadinanza ucraina, singalese e bengalese presentano in Campania una più alta concentrazione rispetto alle percentuali nazionali, mentre le quote sono inferiori per le cittadinanze rumene, cinese e albanese

La popolazione secondo la classificazione statistica dei comuni

Il 48,2% dei 550 comuni campani ha una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, e vi risiede l’11,1% degli abitanti. Poco più di un quinto della popolazione (20,8%) vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Napoli, Salerno e Giugliano in Campania) e più di un quarto (28,1%) in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti. Napoli è l’unico comune con una popolazione vicina al milione di abitanti (917.510 unità) superando di gran lunga la popolazione di Salerno (127.485 unità), secondo comune più popoloso della regione. Tra i comuni non capoluogo spiccano per numerosità della popolazione Giugliano in Campania (NA, 124,222), Torre del Greco (NA, 80.712 abitanti), Pozzuoli (NA, 76.618) e Casoria (NA, 74.268), tutti appartenenti alla provincia di Napoli.
Tra il 2021 e il 2022, tranne per la classe compresa tra 10.001 e 20.000 abitanti, che non presenta variazione, si osserva un decremento percentuale della popolazione, con valori significativi nelle prime due classi e nella penultima.

Il comune più piccolo è Valle dell’Angelo, in provincia di Salerno, con 219 abitanti. Nelle provincie di Salerno e Avellino sono collocati i due comuni con le variazioni estreme: Serramezzana (SA) con il maggior decremento di popolazione (-6,6%) e Sant’Andrea di Conza (AV) con l’incremento maggiore (+3,4%). Il primo comune ha una popolazione inferiore a 300 abitanti (271) mentre per Sant’Andrea di Conza (1.414 abitanti) l’aumento è tutto dovuto al saldo migratorio estero della popolazione straniera.

Nei piccolissimi comuni il processo di invecchiamento è più accentuato, con un’età media di 50 anni e l’indice di vecchiaia pari a 323,4. Entrambi gli indicatori diminuiscono progressivamente, man mano che aumenta la classe di ampiezza demografica, ad eccezione delle ultime due. Pertanto, l’insieme dei comuni con popolazione compresa tra 20.001 e 50.000 abitanti presenta la struttura per età più giovane: età media di 42,7 anni e indice di vecchiaia di 128,6. I valori estremi dell’età media si osservano a Orta di Atella (CE) (36,9 anni) e a Castelvetere in Val Fortore (BN) (58,5 anni).

I dati della dinamica naturale evidenziano la vivacità demografica tipica di una popolazione più giovane per i comuni tra i 10.001 e 20.000 abitanti e quelli tra i 20.001 e i 50.000 abitanti, presentando il più elevato tasso di natalità (rispettivamente 8,3 e 8,5 per mille) e il più basso tasso di mortalità (9,7 e 9,8 per mille) e valori relativi alle migrazioni diversificati tra le due classi e le due tipologie (estera e interna), rispetto alla media regionale.

Nei piccolissimi comuni si registra il tasso di natalità più basso, 5,4 nati per mille abitanti, e il tasso di mortalità più elevato, 18,4 per mille; il tasso di natalità aumenta al crescere dell’ampiezza demografica dei comuni fino ai 50mila abitanti, per poi assestarsi intorno alla media regionale (7,9 per mille). Andamento analogo, ma contrario, per il tasso di mortalità che diminuisce all’aumentare della dimensione demografica anche se nell’ultima classe supera la media regionale.

Le migrazioni caratterizzano le ultime due classi di ampiezza demografica, relative ai grandi comuni. Si osservano valori negativi più ampi per la migrazione interna (-5,1 e -5,2 per mille) rispetto alla media regionale (-4,3 per mille) e un tasso migratorio estero più contenuto (2,0 e 2,4 per mille) rispetto alla media regionale (2,9 per mille). Una maggior presenza straniera, rilevata come incidenza la si osserva in modo particolare nell’ultima classe (5,8%), mentre la precedente registra il valore più basso allontanandosi di 1,8 punti percentuali dalla media regionale (4,5%). In ogni caso in questi 16 comuni in media il 4,5% della popolazione è straniera.

La presenza straniera in tutte le classi di ampiezza si propone in modo diversificato rispetto alla media regionale. Escludendo il valore più basso registrato nella penultima classe (2,7%), sono i comuni con una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti ad avere un minor incremento (3,4%). Rispetto al 2021, Letino (CE) ha il maggior incremento di stranieri (200,0%), mentre Casaletto Spartano (SA) ha il decremento più alto (-44,4%).

Dall’analisi delle caratteristiche fisiche dei comuni emerge un’elevata presenza di comuni collinari (57,1%) nei quali vive più della metà della popolazione (55,8%), mentre in quelli di pianura (19,6%) vive il 38,2%.

Meno di un comune su quattro (23,3%) è classificato come montuoso e vi risiede il 6,0% della popolazione campana.

Le aggregazioni per zone altimetriche, tranne che per la pianura che resta invariata, subiscono un calo demografico, soprattutto quella relativa all’area montuosa (-0,7%). La classificazione altimetrica incrociata con la litoraneità evidenzia una maggiore diminuzione nei comuni interni. Se la popolazione dei comuni di montagna interna registra i cali più marcati, la variazione è altrettanto evidente nei comuni della collina interna (-0,5%), ma più contenuta (-0,4%) per quelli della collina litoranea. È quindi la invariabilità dei comuni di pianura a mantenere la media regionale (-0,3%) a livelli quasi invariati.

I comuni della pianura presentano una struttura demografica e una dinamica naturale complessivamente migliore rispetto le medie regionali: il tasso di natalità è il più alto (8,9 per mille) tanto da superare la media regionale di un punto percentuale mentre quello di mortalità (9,4 per mille) è più basso addirittura di un punto e mezzo; per quanto riguarda la migrazione interna (-3,9 per mille) anch’essa è inferiore a quella regionale (-4,3 per mille) mentre solo il tasso migratorio estero (3,0 per mille) supera leggermente la media campana.

I comuni delle colline presentano un tasso di natalità (7,0 e 7,5 per mille) inferiore a quello regionale e un tasso di mortalità (12,7 e 11,3 per mille) superiore. Questi valori sono in linea con gli indicatori strutturali della popolazione, che fanno registrare l’età media (45,8 e 44,5) e l’indice di vecchiaia (187,6 e 161,3) decisamente più alti delle medie regionali. Le migrazioni, per la collina litoranea, presentano valori alti e al di sopra della media per quelle interne (-5,1 per mille) e valori più bassi e al di sotto della media regionale per quelle estere (+2,3 per mille); viceversa per i comuni della collina interna (-3,2 e 3,6 per mille).

Lo spopolamento progressivo dei territori montuosi è evidenziato dai dati della struttura per età, che rilevano un maggior invecchiamento, con età media e indice di vecchiaia più elevati, e dalla dinamica naturale, con tassi di natalità più bassi e tassi di mortalità più elevati. Le migrazioni verso altri comuni mostrano valori negativi seppur al di sotto della media regionale a fronte dell’elevato tasso migratorio estero.

 

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