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Le protagoniste sono tre

Di Guido Bossa

C’ è una terza protagonista della vita pubblica italiana, che si guarda bene dal contendere spazio a Giorgia Meloni, capo della maggioranza e del governo, e a Elly Schlein, leader dell’opposizione, ma che comunque s’impone come erede non solo dei beni ma anche in qualche modo del ruolo e del prestigio di Silvio Berlusconi, nonché custode della sua memoria. E’ la figlia Marina, presidente di Fininvest e di Mondadori che, finché fu in vita il padre era nella famiglia la più schierata nella sua difesa ed ora non mostra di aver cambiato idea né fermezza. Così, quando la Procura di Firenze ha riaperto una vecchia indagine su Marcello Dell’Utri chiamando in causa indirettamente anche suo padre, Marina ha protestato fieramente con una lettera indirizzata al “Giornale” nella quale accusa una parte della magistratura di “trasformarsi in casta intoccabile e soggetto politico, teso solo a infangare gli avversari, veri o presunti”. Una presa di posizione decisa, nella quale ricorrono temi e argomenti che hanno alimentato il dibattito politico italiano negli ultimi decenni. Ci si è chiesti immediatamente se la presa di posizione di Marina Berlusconi non fosse la premessa di una “discesa in campo” della primogenita del Cavaliere, motivata anche dalla mancata reazione dei leader del centrodestra all’iniziativa della magistratura; poi, quando Giorgia Meloni, interpellata dai giornalisti, ha dichiarato di non poter considerare Marina Berlusconi “un soggetto della coalizione” perché “non è un soggetto politico”, le speculazioni si sono moltiplicate. Immediata la messa a punto di Marina e di Giorgia che si sono affrettate a negare qualsiasi contrasto o invasione di campo; ma il dubbio resta, anche perché se è vero che Marina Berlusconi non ha un ruolo nella coalizione di governo, altrettanto vero è che il suo peso in Forza Italia è preminente, in quanto detentrice insieme ai fratelli di una fideiussione per cento milioni, che consente al partito di continuare ad esistere e agire in parlamento. E dunque parlare di una terza figura femminile nel panorama politico italiano non è affatto una forzatura, anche se al momento l ’ i n f l u e n z a non si percepisce. Ma che cosa potrà succedere in seguito, quando l’evoluzione del quadro politico anche nelle dinamiche interne alla maggioranza potrà rimettere in discussione i rapporti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia? La disparità di consensi raccolti dai due partiti alleati è già palese e potrà crescere ancora, una volta tramontata la stella del fondatore; e a quel punto (ma forse già oggi) la presidente del Consiglio potrebbe anche fare a meno di un intermediario per trattare col Partito popolare europeo il proprio ingresso nel salotto buono di Bruxelles. Insomma, se Giorgia Meloni intende, come pare, affrancarsi progressivamente dal berlusconismo e camminare con più decisione sulle proprie gambe, potrebbe prima o poi prendere atto che al di là del “rispetto” e della “stima” professate da Marina Berlusconi nei suoi confronti, gli interessi preminenti coltivati dalle due personalità sono diversi.

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