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Leonardo Festa (Mai più): “Cambiano la città”

Presentazione

Leonardo Festa, 35 anni, è dottore di ricerca in filosofia, docente di storia e filosofia al Liceo “Fermi” di Vallata, è coinvolto da anni in progettazione e realizzazione di format di divulgazione culturale, come “Il Caffè filosofico” e “Il Borgo dei Filosofi”. Collabora con il Dispac, la Fondazione Meridies e il Consorzio Universitario di Avellino. È candidato come consigliere al Comune di Avellino con la lista civica Mai Più.

Perché hai scelto di candidarti?

Questa città così com’è non mi piace. Se un ambiente non riesce a rispecchiare le tue esigenze, o fai le valige, o ti rimbocchi le maniche. Ho sempre fatto dell’impegno il mio stile di vita, collaborando alla realizzazione di progetti culturali o di volontariato con l’associazione Penisola. La lista civica Mai Più mi ha dato l’occasione di vivere un progetto politico in modo partecipativo e concreto. Ho personalmente contribuito alla scrittura del programma, la cui progettazione ha visto la collaborazione di tutti i candidati, coadiuvati da tecnici e professori universitari.

Quali saranno le tue priorità se diventerai consigliere?

Avellino deve riscoprire il senso di comunità e di appartenenza. Per questo, nel nostro programma, abbiamo pensato ai bisogni dei cittadini di tutte le fasce d’età, dai baby point nei principali luoghi di passeggio, al censimento dei nonni per la creazione di una banca del tempo. Vogliamo offrire stage al comune per 50 neolaureati, e creare un incubatore di start up per i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Bisogna mettere in ordine la città: immaginiamo la creazione di un nuovo tribunale, in grado di ospitare tutti gli uffici giudiziari attualmente divisi in quattro plessi, e di un nuovo stadio, che viva non solo in occasione di eventi sportivi ma tutti i giorni poiché centro di aggregazione di attività ricettive. Vogliamo costruire con la formula del project financing tre nuove scuole a completamento del campus di via Morelli e Silvati, realizzate con la partecipazione dei privati nell’area NI01. Va poi definita la destinazione d’uso di alcune importanti strutture presenti in città: vediamo nell’Asilo Patria e Lavoro un grande spazio di coworking, nella Dogana il “ridotto” del Gesualdo, e nella Casina del Principe la “casa della musica”.

Di cosa ha bisogno questa città?

Bisogna migliorare la qualità della vita. Nel mio tempo libero amo andare in bici, giocare a basket, passeggiare in un parco, partecipare ad un evento culturale. Tutte cose impossibili o quasi, in città. È necessario un cambio radicale di prospettiva: abbandoniamo la cultura del divieto a favore di quella dell’alternativa. «Mens sana in corpore sano»: cultura e sport non debbono rappresentare una spesa, ma un investimento. C’è poi un altro problema di fondo nella nostra città: il calo demografico. Per questo, abbiamo immaginato un Bonus Casa, con cui portare cento nuove famiglie under 40 a vivere nel cuore antico della città per almeno 4 anni. Parallelamente, vogliamo prolungare l’area pedonale del Corso e di Piazza Libertà fino al Duomo, per garantire il rilancio di tutte le attività di intrattenimento e ristorazione.

C’è un progetto in particolare a cui tieni?

È difficile scegliere un solo progetto. Tengo molto al tema dell’ambiente, trattato in più punti del nostro programma: immaginiamo una operazione di tutela degli alberi monumentali; vogliamo riportare in città una sezione di Legambiente; con l’Ordine degli Agronomi e l’Istituto Agrario “De Sanctis”, ci proponiamo di dividere la città in zone da affidare a professionisti per un censimento ed un costante monitoraggio a tutela delle piante e della città; puntiamo a riqualificare i parchi della città e crearne uno nuovo raddoppiando Piazza Kennedy. Bisogna adottare la bellezza come metodo: non servono più grandi opere ma piccoli interventi di riqualificazione urbana. Ad esempio ci piacerebbe che venisse abbattuto il muro di cinta che collega la villa comunale e la piazza dell’Eliseo per creare un unico grande luogo di aggregazione e cultura nel cuore della città, e auspichiamo la rimozione della cancellata che ostruisce l’accesso al Duomo.

 

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