Corriere dell'Irpinia

L’esplorazione dell’animo umano nella ricerca artistica di Favilla

E’ nella ricerca dell’ignoto il filo conduttore della ricerca artistia di Jessica Fiorillo in arte Favilla. Diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, già durante il periodo universitario ha modo di esporre i suoi lavori e di far conoscere la sua poetica , che si materializza sotto forma di un astrattismo contemporaneo tormentato. Il suo curriculum è ricco di partecipazioni a mostre collettive in luoghi prestigiosi e museali, tra cui: Palazzo Colonna a Roma, Palazzo Venezia e Castel dell’ovo, a Napoli; Il Palazzo Borbonico di Casagiove (CE), con pubblicazione sul catalogo CAI 21; la Casina Vanvitelliana di Bacoli, (NA); il Museo del Mar Santa Pola di Alicante (Spagna); Il museo Crocetti di Roma; La fondazione Made in Cloister e la Galleria Navarra di Napoli. Ha partecipato all’ultima Biennale di Venezia presso il Padiglione Grenada.
Favilla ha inoltre eseguito performance di live painting presso il Cimitero delle Fontanelle, il Lapis Museum, a Napoli; Villa Campolieto, a Ercolano (NA) e Casa Nogaro a Capodrise (CE). Ha collaborato ai progetti editoriali dell’Atlante di Arte Contemporanea della De Agostini (ed.2021) e “Congiunti”, volume edito da Giunti Editore e associato ad una serie di mostre in collettiva itineranti sul territorio italiano.
“Favilla – scrive Ivana Caccavale nella presentazione di una delle sue mostre – è un frammento incandescente della fucina di Efesto, è una fiammella nell’oscurità
dilagante tipica dei suoi lavori introspettivi , in cui si incammina, incautamente o arditamente, per dare forma alle sue inquietudini. Non ha paura che le rimga sulle dita la polvere dorata della quotidianità alienante, della convenzionalità, per dirla alla Flaubert, anzi, deve andare oltre quella doratura. Scopre il nero, il buio, in cui si materializzano accensioni luministiche, moniti.L’intonazione è grandiosa nella sua intimità, drammatica nel suo isolamento. I tratti sono saturnini, anzi inquieti, anzi morbosi, baconiani”. L’arte diventa così strumento per esplorare la profondità dell’animo umano, di qui l’incontro col caos, espressione del suo bisogno essenziale di liberazione”

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