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Lettera aperta ai cittadini di Tricarico e della Basilicata, per la memoria di Rocco Scotellaro

In questi giorni così confusi e carichi di tensioni, in cui le notizie planetarie si susseguono e sembrano perdere di importanza l’attimo dopo la loro divulgazione, alcuni amici di Tricarico ci hanno informato di una questione apparentemente insignificante eppure carica di un valore simbolico inestimabile.
In questi giorni, appunto, la Giunta e il Consiglio comunale di Tricarico hanno deliberato l’intitolazione della Biblioteca comunale, che portava il nome di Rocco Scotellaro, alla poetessa del secondo Ottocento Laura Battista. L’Amministrazione comunale, almeno sulla base delle ricostruzioni, che abbiamo potuto leggere, ha sostenuto che l’intitolazione a Rocco Scotellaro, al poeta “della libertà contadina”, non sia mai stata accompagnata da una deliberazione ufficiale, sebbene sia facilmente consultabile un sito internet che annuncia l’esistenza della “Biblioteca comunale Rocco Scotellaro”, sebbene esistano presumibilmente moduli, un regolamento, uno o più bibliotecari, che hanno già lavorato e lavorano in una Biblioteca comunale “Rocco Scotellaro”, sebbene i libri lì custoditi riportino presumibilmente timbri con sopra scritto “Biblioteca comunale Rocco Scotellaro”.
Dal momento che non esisteva una precedente deliberazione ufficiale, l’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno intitolare la Biblioteca alla poetessa, sostituendola con il poeta-sindaco Rocco Scotellaro. Ovviamente, non è qui il caso di stabilire sulla bilancia quale dei due poeti sia più degno di tale intitolazione né di ingaggiare una polemica letteraria fuori luogo. Analogamente, il fatto che esista un Centro studi o di documentazione intitolato a Rocco non rende meccanicamente incompatibile l’intitolazione a Scotellaro di una Biblioteca.
La questione è ben altra.
A nostro modesto parere l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto semplicemente confermare, qualora ve ne fosse stato bisogno, l’intitolazione della Biblioteca ad un giovane morto a trent’anni dopo aver dedicato le sue energie migliori al progresso di Tricarico, della Basilicata, del Sud, dopo aver subito l’onta di un’ingiusta persecuzione politica, dopo aver espresso in poesie sublimi l’ansia, la speranza, il sogno di un Mezzogiorno nuovo.
Rocco Scotellaro è simbolo non solo di Tricarico, non solo della Basilicata, ma dell’intero Mezzogiorno. I suoi meriti sono tali e tanti che sarebbe vanto di qualsiasi Biblioteca fregiarsi del suo nome.
Rocco è un simbolo, che dovrebbe essere salvaguardato.
Noi sappiamo che i cittadini di Tricarico e della Basilicata tutta ammirano Rocco Scotellaro e che ogni pietra di quella parte del Sud fa eco alle sue poesie. Lo sappiamo dai libri che abbiamo letto, dai racconti, che abbiamo ascoltato. Sappiamo che nelle case di Tricarico ancora gli anziani conservano le fotografie del giovane poeta-sindaco socialista quasi fosse un figlio o un fratello o un padre, sappiamo che i poveri braccianti amavano così tanto Rocco da non credere alla sua morte, che i giovani immaginavano di sentire sulla sua tomba i versi delle sue poesie di lotta e di testimonianza.
Ancora increduli, sperando che si tratti di una “falsa notizia” del web, Vi chiediamo di riflettere e di considerare se oggi ancora la poesia e la testimonianza di Rocco Scotellaro vi appartengano o facciano parte di un passato da cancellare, se quel poeta, che ha commosso intere generazioni, non sia il simbolo più alto che il paese di Tricarico possa donare alla storia intera della cultura nazionale.
Proprio negli anni in cui l’Italia e il mondo riscoprono la Basilicata di Rocco Scotellaro nell’anno di Matera Capitale europea della Cultura, non avvenga che il paese, che Rocco amava di un amore sublime, rinneghi il ricordo e la memoria del suo più nobile figlio.
Paolo Saggese

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