Corriere dell'Irpinia

L’Irpinia a Bruxelles: l’appello del territorio ai candidati

Foto: Ansa.it/Ciro Fusco

In amore e in campagna elettorale, tutto vale. Ci adattiamo ai tempi che corrono nell’analisi dei 40 comuni al voto in Irpinia, tra cui il capoluogo Avellino, delle elezioni europee.

E allora, sono stati mesi di promesse, annunci, di “problemi toccati con mano”, passerelle per telecamere e taccuini. Nelle tante soluzioni sciorinate dall’esercito dei candidati, pronte solo ad essere messe in campo per migliorare un futuro per ora solo immaginifico, ci pare che nella sostanza manchi reale pagmatismo.

Sarebbe ora, ad esempio, di dimostrare con i fatti che l’Europa non è lontana, non è una figura astratta, un totem o comunque un tabù per arricchire il lessico politico. Fermo restando che il parlamento europeo ha una capacità di normazione articolata in direttive e raccomandazioni, è necessario creare un legame più immediato tra Avellino e Bruxelles.

Anche perché sono tante le risorse alle quali poter accedere, da sbloccare, ma è anche opportuno che i candidati prendano degli impegni ben definiti rispetto alle varie problematiche del nostro territorio.

Declinando risposte in maniera puntuale, con real politik. Come si intende affrontare la desertificazione delle aree interne, sempre più povere di risorse e intelligenze per effetto dell’irriducibile spopolamento?

E’ un ragionamento legato a doppio filo all’industria, all’occupazione. Più in particolare, il destino dell’Industria Italiana Autobus è un ballo sull’orlo del precipizio. Si fa presto a parlare di ministri che bloccano o sbloccano trattative, che riaprono i margini di una negoziazione che sembrava destinata ad essere già passata in archivio. Il dietro le quinte ce lo racconta un gruppo di instancabili operai, che nell’ultimo mese ha marcato stretto ogni politico che ha messo piede sul suolo irpino. Da Renzi alla Carfagna, passando per i candidati a sindaco. In cerca di promesse e di risposte. Qual è l’impegno assunto nei loro confronti?

Mentre la depurazione irpina, tenuta in vita dalla protesta ormai permanente dei suoi dipendenti.

Nel passo doppio del valzer tra fiducia e candidati, promesse e realtà, c’è una credibilità da riconquistare. Non a suon di slogan, ma con i fatti.

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