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L’Irpinia in corteo, sì all’accoglienza

Monaco: ma accoglienza va rivista. Serve progettualità Fiordellisi: cooperative, assistenza inadeguata

 

E’ un corteo scandito da slogan e striscioni, colorato e festoso, che sceglie di far sentire con forza la propria voce, a sfilare lungo il Corso Vittorio Emanuele.  Un corteo per dire no a qualsiasi guerra e ribadire la volontà della città di continuare ad accogliere chi fugge dal proprio paese, devastato da conflitti e povertà.  "Poiché la nostra Irpinia è terra di emigranti – spiega Letizia Monaco di Comunità Accogliente – e non può fare altro che accogliere chi è costretto a lasciare il proprio paese. E invece continuano a circolare volantini che chiedono di alzare nuovi muri". Sottolinea la necessità di rivedere la rete dell’accoglienza in Irpinia: «La sfida è quella di gestirla con progettualità. Di qui l’appello ad associazioni e istituzioni a restare unite e a investire sul modello degli Sprar, così da offrire ai migranti presenti sul territorio opportunità di lavoro. Solo attraverso un sistema di accoglienza per piccoli numeri è possibile favorire l’integrazione con la comunità locale e non alimentare nuove forme di discriminazione e intolleranza. Si tratta di coinvolgere questi ragazzi in iniziative a sostegno del territorio come è avvenuto qualche settimana fa a Valle quando i migranti hanno aiutato a ripulire il quartiere. Dobbiamo fare in modo che diventino una risorsa. Ecco perchè diventa fondamentale insegnare loro la nostra lingua, solo così potranno costruirsi un futuro in questo paese. Di qui la grande attenzione rivolta ai laboratori didattici». Al fianco di Comunità Accogliente, il Coordinamento Donne Avellino "Ni una Menos" e l’Associazione per i diritti del cittadino, guidate da Rita Nicastro. «In un momento in cui – spiega Nicastro – si sottolinea con forza l’immobilità della città volevamo  far sentire la voce della comunità contro ogni forma di guerra, che è la prima causa della mobilità dei migranti. Nessuno vuole lasciare la propria terra, chi parte lo fa perchè costretto, ecco perché abbiano il dovere di accogliere. Non possiamo dimenticare ciò che continua a ripetere Gino Strada, le guerre finiscono sempre per colpire i più poveri, il 90% delle vittime è rappresentato da vittime civili. Questa manifestazione vuole essere un modo per ribadire la volontà di essere cittadini a tutto tondo e chiedere con forza il rispetto dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale, fondata sul lavoro e sulla negazione della guerra. Abbiamo voluto lanciare un appello alle associazioni del territorio a costituire una Rete per la pace. Siamo convinti che fino a quando continueremo a presentare chi è in fuga dalla propria terra come un nemico non ci sarà spazio per l’integrazione». In prima linea anche partiti e sindacati, come la Cgil, rappresentata dal segretario provinciale Franco Fiordellisi: «Il flusso di migranti arrivato in Irpinia è stato certamente superiore a quello che la provincia era pronta ad accogliere ma è indubbio che molte cooperative si siano gettate a capofitto nel business dell’accoglienza, senza garantire risposte adeguate sul piano dell’assistenza, senza alcun investimento sul piano delle attività didattiche capaci di favorire la crescita degli individui. Si tratta dunque di puntare su un’accoglienza a rete, basata sui piccoli numeri, così da non incoraggiare proteste e lagnanze da parte dei cittadini. Dopo le nostre denunce, stiamo preparando un nuovo fascicolo sulle imprese locali che approfittano di questo clima intimidatorio nei confronti dei migranti per  sfruttare ragazzi che arrivano da paesi lontani e ridurli in una condizione di  semischiavitù. E’ una vergogna, di qui la necessità di intervenire al più presto. Ecco perché manifestazioni come queste possono essere utili, possono ricreare un senso di comunità e la comunità non ha paura di accogliere perché sa che la differenza è solo un arricchimento». A rappresentare il Comune consiglieri comunali come Adriana Percopo e Nadia Arace che non risparmia accuse al Comune: «La scommessa è quella di garantire le stesse opportunità a tutti i cittadini, italiani e migranti. Quanto ai ritardi nel Comune nella richiesta di attivazione dello Sprar, è chiaro che manca la volontà, altrimenti la macchina si sarebbe già messa in moto, partendo dalla ricerca di una struttura adeguata per poi individuare un ente in grado di erogare servizi». In prima fila i migranti con striscioni e cartelloni, come Tukra del Senegal, da 2 anni ospite a Monteforte che vorrebbe rimanere in Irpinia e trovare un lavoro o Suleman del Mali, ospite a Mercogliano da 8 mesi: «L’Irpinia ci piace, qui sono tutti gentili con noi. Il nostro sogno è restare qua». A sfilare anche Tony Della Pia del Partito della Rifondazione Comunista, Silvia Curcio, ex operaia Irisbus, Erika Picariello della Cgil scuola,  Tiziana Guidi di M5S, Roberto Montefusco e Raffaele Aurisicchio della Sinistra Italiana,  Donata Ferrante di I Ken, Centro Servizi per il Volontariato Irpinia Solidale di Avellino, Animarte.

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