Corriere dell'Irpinia

L’Irpinia piange Paolo Portoghesi, nella sede dell’Unione Industriali il sogno di un’architettura “postmoderna”

Grande cordoglio ha suscitato anche in Irpinia la scomparsa di Paolo Portoghesi, architetto e principale esponente italiano del postmodernismo. Autore di progetti come la Grande moschea di Roma, era stato direttore della Biennale di Venezia. Lucido fino alla fine, stava scrivendo un libro sulla bellezza. Tra i suoi tantissimi lavori Casa Papanice,  costruita a Roma a metà degli anni ’60 e diventata poi un set per tanti titoli della commedia all’italiana, indimenticabile quello con Monica Vitti protagonista di Dramma della Gelosia di Scola. Papà ingegnere, laurea in architettura nel 1957, Portoghesi in tanti anni di carriera ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo davvero di tutto in Italia e all’estero. L’elenco è lungo, dalla Casa Baldi, citata in tutte le storie dell’architettura proprio per quella sua capacità di legare il progetto architettonico al luogo e alla storia, alla moschea di Roma, forse la sua opera più nota, passando per i complessi residenziali dell’Enel di Tarquinia, l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano e di Piazza San Silvestro a Roma, mentre fra i lavori per l’estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier),alberghi, fast food (Mosca), la Moschea di Strasburgo, tante chiese. “Dovendo scegliere tre opere che mi rappresentano, indicherei la chiesa della Sacra famiglia a Salerno, la piccola chiesa di San Cornelio e Cipriano a Calcata e la moschea di Roma – spiegava lui qualche anno fa in una intervista all’ANSA- Ma i i progetti sono un po’ tutti figli, ogni tanto li vado a trovaree la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno. Tantissimi i suoi progetti, con i quali, fin dalla metà degli anni ‘60, anticipò il movimento Postmoderno, dal quale poi, negli ultimi anni si sarebbe distaccato, per esplorare altre idee e nuovi criteri, come quelli della Geoarchitettura.

A piangere la sua scomparsa è anche l’Ordine degli Architetti di Avellino che sottolinea il legame forte con l’Irpinia A lui si deve il progetto della nuova sede dell’Unione Industriali, inaugurata nel 1996  dal senatore Nicola Mancino e dall’allora sindaco Di Nunno. Era stato lo stesso Portoghei a definirla “una struttura particolare, con i muri che in alcuni punti si incurvano per assicurare l’ottiminazione degli spazi ed il massimo sfruttamento della luce”. Pippo Bombaci Zagari, storico costruttore di Avellino, parla di “dolore immenso per tutti e certamente per me e per i miei colleghi da lassù che abbiamo avuto il piacere e l’onore di affidare a Lui il progetto della sede dell’Associazione Costruttori, in parte, a lavoro ultimato, ceduto all’Unione Industriali , come raccontato a pagg. 106 e seg- del mio libretto ‘L’ultimo Platano’. Ma non è il momento di precisare avvenimenti del passato: ora è il momento del raccoglimento e dei ringraziamenti: si, grazie Maestro di aver lasciato a questa città, un’opera degna di restare fra le Sue tante sparse per il mondo. Ai familiari tutti le mie più sentite condoglianze e quelle dei miei tanti colleghi di ieri e di oggi”.

“Ho conosciuto Paolo Portoghesi, compagno di studi di Marcello Petrignani. – ricorda Armida Tino – con cui assieme a Vittorio Gigliotti fu autore del primo piano urbanistico di Salerno e sempre con Marcello del Prg di Centola. Era un uomo geniale. Marcello me lo ha sempre descritto come uno studente intelligentissimo, sempre vestito di velluto, con cui aveva stretto una grande amicizia un vero e proprio sodalizio durato tantissimo. Se ne sono poi andati a pochi anni di distanza ebtrambi accomunati dall’aver sdegnosamente rifiutato negli ultimi anni il contatto con chi ha preteso e pretende di fare della architettura un mero esercizio di funzioni legate alla catena di montaggio”

Ad esprimere vivo cordoglio è anche il sindaco di Altavilla Mario Vanni, “Siamo vicini alla sorella Lucia, indimenticata fondatrice del “Museo della Gente Senza Storia”, che in questi ultimi decenni è divenuto importante punto di riferimento della proposta culturale e turistica nel Paese dello Zolfo”.

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