Corriere dell'Irpinia

L’isola che c’è, Carrella: così le favole possono aiutarci a salvare la bellezza dei nostri territori

Insegnare ai più piccoli ad amare la natura e rispettarla, a riappropriarsi delle bellezze dei territori come unica strada per salvaguardare il pianeta. E’ l’idea da cui nasce “L’isola che c’è” di Filomena Carrella, presentato ieri al Circolo della stampa, nel corso di un confronto moderato dalla giornalista Carmela Maietta. A confrontarsi Ettore Donadio, saggista, la giornalista Floriana Guerriero, Rosa Barone dell’associazione Passepartout, Martina Bruno della casa editrice il Papavero. Ad impreziosire l’incontro l’intervento musicale del violoncellista Vladimiro  Kocaqi e le suggestive letture di Gennaro Caliendo. E’ la stessa autrice a spiegare come la favola nasca dall’amore per l’isola di Filicudi, “mio luogo del cuore, dai segreti che nasconde il nostro mare, a partire dalla storia dell’ultima famiglia di foche monache costretta a vivere nella Grotta del Bue, la più grande delle isole Eolie, poichè cacciate dai pescatori, dalla consapevolezza che tesori come l’isola di Filicudi hanno una ricchezza di flora e fauna, un equilibrio prezioso che la modernità, la ricerca del guadagno a tutti i costi rischiano di distruggere. Penso innanzitutto ai pericoli legati alla speculazione edilizia e al turismo selvaggio, di qui l’idea di una favola che aiutasse i più piccoli a comprendere che ciascuno può fare la propria parte per difendere la natura”.

E’ Maietta a porre l’accento sulla centralità del rapporto tra uomini e animali nella storia “Ne è un esempio l ‘amicizia che si stabilisce tra la foca Bebelle e i due bambini, Peonia e Zen che si recano in villeggiatura sull’isola, con la foca che acquista caratteristiche umane, tra le lezioni a scuola e i giochi col cellulare, a ribadire come non ci sia differenze tra l’universo marino e quello animale”. Guerriero si sofferma sulla capacità del libro di ricostruire l’atmosfera incantata del libro, in cui anche le favole diventano realtà, in cui non c’è spazio per l’ira o per l’infelicità, in cui ciascuno ha tempo da dedicare agli altri e i due protagonisti della storia Zen e Peonia possono riscoprire il contatto con la natura mettendo finalmente da parte il loro cellulare. Un’atmosfera incantata a cui si contrappongono i pericoli del presente, in cui i cambiamenti climatici hanno messo in pericolo il futuro di alcune specie come quella delle foche monache. Eppure, spiega Guerriero, un altro futuro è possibile “lo dimostra il finale del racconto in cui uomini e animali si ritroveranno a pregare insieme perchè la foca Bebelle si salvi e saranno gli abitanti dell’isola a consentire loro di tornare a vivere lì, trasformando quel luogo in un’oasi protetta, difendendo a spada tratta le loro amiche foche”. Donadio chiarisce come sia proprio l’isola la vera protagonista del racconto, un’isola contraddistinta da un tempo e uno spazio sospeso, raccontata attraverso una parola capace di evocare sapori, colori, luci e impreziosita dalle illustrazioni di Carmela Fasulo e dalla bella quarta di copertina di Alina Maslowski. Rosa Barone ricorda come la favola si sia aggiudicata il premio Candelaio giovani, intitolato alla memoria di Giordano Bruno, nato dalla volontà di promuovere la cultura come sinonimo di libertà. Un premio, alla sua decima edizione, che ha visto alternarsi personaggi del calibro di Marisa Laurito, Franco Di Mare, Antonella Cilento, Peppe Lanzetta. E’ quindi l’editrice Martina Bruno a soffermarsi sulla forza di un libro che risponde appieno ai principi che guidano la casa editrice, dall’attenzione al territorio allo sguardo sul sociale “Abbiamo sempre cercato di puntare su libri che arrivino al cuore delle persone, trasformandosi in semi di cambiamento. E’ quello che fa Filomena rivolgendosi ai bambini a cui consegna un messaggio senza età, ricordando loro il delicato compito che hanno”. Quindi ricorda il progetto Luce, che consente di ordinare qualsiasi volume, ristampandolo con caratteri speciali per ipovedenti e dislessici per garantire a tutti il diritto alla lettura

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