Corriere dell'Irpinia

L’istruzione e il riscatto del Sud tra memoria e presente: l’autonomia differenziata mette a rischio il futuro della scuola

(di Rosa Bianco e Fiore Carullo)

Il 16 agosto, nella suggestiva cornice della cioccolateria “Picalia” a Castelvetere sul Calore, si è tenuto un evento di grande rilevanza storica e culturale: la presentazione del secondo volume dell’opera di Paolo Saggese, ”La Scuola e la ‘Questione Meridionale’ nel primo secolo dell’Unità Nazionale (vol. II)”. Questo lavoro, edito da Il Terebinto, rappresenta un approfondimento fondante dell’evoluzione dell’istruzione nel Mezzogiorno tra il 1861 e il 1961, ponendo in evidenza il ruolo della scuola pubblica, come strumento di riscatto sociale in un contesto segnato da povertà e arretratezza.

Il libro si pone in continuità con il primo volume, che aveva analizzato la situazione educativa in Basilicata e Calabria e amplia la prospettiva, concentrandosi su Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Attraverso un’analisi storica e sociologica dettagliata, Saggese offre un ritratto vivido e documentato del Sud Italia, riflettendo sulla complessa interazione tra l’istruzione e le sfide che il Meridione ha affrontato nel secolo successivo all’Unità d’Italia.

La “Questione Meridionale” è stata al centro del dibattito politico e intellettuale italiano, sin dai primi decenni dopo l’Unità. Il divario economico, sociale e culturale tra Nord e Sud è una ferita ancora aperta nel tessuto nazionale e il ruolo dell’istruzione è stato cruciale in questo contesto. L’educazione, infatti, ha rappresentato sia un’opportunità di emancipazione, sia uno specchio delle disuguaglianze strutturali del Paese.

Il lavoro di Saggese è di grande importanza, perché getta luce su un aspetto fondamentale di questa storia: la scuola come baluardo contro la marginalizzazione e l’esclusione sociale. Tuttavia, come sottolineato durante l’evento dai vari relatori, tra cui Samantha Mongiello, Carmen Nargi e Maria Pia Meriano, l’istruzione nel Sud Italia ha dovuto fare i conti con molteplici ostacoli, come la mancanza di infrastrutture, il controllo della criminalità organizzata e, più recentemente, le sfide poste dalla legge sull’autonomia differenziata regionale.

Il dibattito attuale: scuola, autonomia e meridionalismo

Uno degli interventi più incisivi è stato quello del Direttore del Corriere dell’ Irpinia Gianni Festa, che ha evidenziato la connessione tra le riflessioni di Saggese e le attuali politiche educative italiane, in particolare le riforme promosse dal Ministro dell’Istruzione Valditara. Festa ha sottolineato come la scuola nel Mezzogiorno continui a essere una questione complessa e irrisolta, resa ancora più critica dall’approvazione della legge sull’autonomia differenziata regionale. Questa normativa rischia di penalizzare ulteriormente il Sud, ancorandolo a una spesa storica, che non tiene conto delle esigenze reali delle sue comunità scolastiche.

In questo contesto, le parole di Maria Pia Meriano hanno aggiunto una dimensione ulteriore al dibattito: l’assenza di un’istruzione adeguata non solo limita le opportunità economiche, ma mina anche la partecipazione civica e la formazione di un consenso informato. La scuola, infatti, è il fulcro attraverso il quale si forma la coscienza civile di una nazione; senza un sistema educativo robusto e inclusivo, diventa difficile costruire una società veramente democratica e partecipativa.

La questione femminile e la necessità di una nuova classe dirigente

Un altro tema di grande rilievo emerso durante l’incontro è stato il ruolo delle donne nell’istruzione e nella società meridionale. Carmen Nargi ha offerto un’analisi lucida su come il livello di istruzione influenzi direttamente il tasso di povertà e su come la presenza femminile nel corpo docente abbia contribuito a modificare, seppur lentamente, gli equilibri sociali nel Sud Italia. Tuttavia, la strada verso una piena emancipazione è ancora lunga e il legame tra istruzione e questione femminile rimane un campo di battaglia fondamentale per il progresso sociale nel Meridione.

 

La conclusione dell’evento ha riportato il dibattito su un tema caro a molti meridionalisti: la necessità di trattenere i giovani al Sud per arginare il calo demografico e costruire una nuova classe dirigente. Come ricordato da Saggese e ripreso nelle parole di Guido Dorso, uno dei più importanti intellettuali del Novecento meridionale, la vera sfida del Mezzogiorno è la formazione di una leadership competente e radicata nei valori e nelle esigenze del territorio. Solo attraverso l’investimento nell’istruzione, e quindi nel futuro dei giovani, il Sud potrà realmente riscattarsi e colmare quel divario storico che lo separa dal resto del Paese.

L’evento del 16 agosto, quindi, non è stato solo un momento di celebrazione letteraria, ma un’occasione preziosa, per riflettere sulle profonde radici storiche e culturali del Meridione. In un Ferragosto che ha visto Castelvetere sul Calore diventare il cuore pulsante del dibattito meridionalista, si è riaffermata l’importanza dell’istruzione come strumento di cambiamento e di speranza per un futuro più giusto. Il lavoro di Paolo Saggese rappresenta, in questo senso, non solo un contributo accademico, ma un manifesto per la rinascita del Sud Italia, un invito a non smettere mai di lottare per un sistema educativo, che sia davvero equo e accessibile a tutti.

 

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