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Luigi Giordano: il dirigente pragmatico e garbato

Di Monia Gaita

Ci ha lasciato in questi giorni Luigi Giordano, storico e indimenticabile direttore dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino che ha presieduto negli anni a cavallo tra il 1990 e il primo lustro del 2000. Nato a Montefredane nel 1934 da una coppia di umili artigiani, si rivelò fin da bambino uno studente zelante e perspicace. Dopo la maturità al Liceo Classico Convitto Nazionale “Pietro Colletta”, frequentato con viaggio a piedi e una concentrazione sui libri, letti al fioco riverbero luminoso di una lampada a olio, si oppose al destino di sarto cui i genitori volevano indirizzarlo, manifestando un forte interesse per le leggi.

Munito di una tenace volontà, fusa ad un’ammirevole brama di riscatto, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza con l’ottenimento della laurea. Dedicò tutta la sua esistenza alla Sanità Irpina e “all’ospedale”, come soleva definirlo. Partecipò appassionatamente alla politica cittadina ricoprendo nel post-terremoto il ruolo di amministratore per 3 mandati con i sindaci Pionati, Matarazzo, Venezia e Romano, prima in qualità di assessore ai Lavori Pubblici, e poi, alla Pubblica Istruzione.

Significativa fu la promozione di opere che migliorarono sensibilmente la vita degli avellinesi. Questa, la dimensione pubblica ed esposta dell’uomo. Manca, però, la dimensione privata. Luigi Giordano fu marito esemplare della signora Silvana da cui ebbe tre figlie, Carmen, Rossella e Cristiana che così lo ricordano: “Schietto e sincero, gli occhi chiari e brillanti di soddisfazione per una vittoria politica o lavorativa, ma che davano l’impressione di intorbidirsi quando gli accadimenti intorno a lui sembravano ledere il suo innato senso di giustizia”.

Noi montefredanesi lo ricordiamo come un galantuomo schivo dalle maniere naturalmente affabili e garbate. Non il garbo stucchevole e congegnato di chi finge di mostrarsi ciò che non è, ma la cortesia e la disponibilità di uno spirito nobile, leale e generoso. Noi montefredanesi lo rivediamo nella piazza del suo amato paese senza mai una traccia di boria, ma con la semplicità di chi si sente “uno di noi”.

Luigi Giordano resterà nel cuore dei tanti amici che con lui si trattenevano per un caffè, un consiglio, una chiacchierata. Questo signore della Sanità Irpina, nutrito di valori etici, pragmatismo e attitudine all’ascolto e alla riflessione, seguiterà ad aleggiare nelle strade e nelle campagne verdi dell’Irpinia. Strade e campagne che porteranno incisa come un marchio, una testimonianza umana, professionale e civile il cui deposito di conquiste e sacrifici dovrebbe fungere da modello e da lezione.

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