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M5s, da Giannini a Conte?

Nel dopoguerra, Guglielmo Giannini, un precursore del populismo e del qualunquismo, ma anche tra gli inventori dei partiti personali, fondò il Fronte dell’Uomo Qualunque. Ebbe grande successo, raccogliendo una messe di voti. Il suo partito-movimento durò quanto una neve caduta in estate: scomparse dopo solo tre anni. Il personaggio mi è venuto in mente riflettendo sul crollo elettorale in Italia del Movimento Cinque Stelle. Il paragone potrebbe apparire irriverente non tanto nei modi differenti tra le due realtà quanto invece per la filosofia che sottende le loro finalizzazioni, contesto permettendo.

Ebbene i Cinque stelle nascono il 4 ottobre del 2009 con la regia di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Nel Paese, entrato nel tunnel di Tangentopoli, avanzava la protesta e il comico genovese la raccoglieva facendo crescere il consenso. Ma governo e proteste non sono coniugabili per cui ecco i primi abbandoni, le scissioni interne, i distinguo fino a giungere al tradimento del padre ritiratosi con accuse. E poi il Reddito di cittadinanza. Giusto per chi non ha un lavoro, ma non per chi ne ha fatto abuso, come camorristi con tanto di Ferrari per le strade del Mezzogiorno.

E poi il bonus edilizio che ha saccheggiato il bilancio dello Stato. E arriva la Giorgia nazionale, cancella il Reddito e con Giorgetti mette mano ad una diversa gestione del Bonus. Il terreno frana sotto i piedi dei Cinque Stelle e soprattutto dell’ex premier Giuseppe Conte presidente del partito. Ora c’è da aspettarsi, e non ce lo auguriamo, che con il risultato deludente ottenuto, il Movimento rischia di perdersi in una politica che non ha.

Oppure verosimilmente si avvierebbe in quel disegno di ricompattazione di un centrosinistra unito per rilanciare un bipolarismo aggiornato, con tutte le componenti in una grande casa alternativa al centrodestra. Conti come Giannini? Forse no. Il fronte dell’Uomo qualunque ebbe vita per tre anni, il Movimento fondato da Grillo e da lui governato per oltre dieci anni, e ora da Conte , dovrà disegnare nuove strategie e soprattutto capire che la protesta non paga. Almeno non sempre.

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