Malttattamenti all’Asilo di Solofra, il Procuratore Generale: confermate le condanne

Maltrattamenti su minori nell’asilo di Solofra: chiesta dal procuratore generale la conferma della condanna emessa in primo grado dal tribunale di Avellino  per i due maestri condannati a due anni di reclusione, pena sospesar Maria Laura Lieto e Gerardo De Piano. Davanti ai giudici di secondo grado il ricorso proposto dai difensori dei due imputati, i penalisti Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella, contro la sentenza davanti ai giudici di ella Corte di Appello il ricorso proposto dai difensori dei due imputati, i penalisti Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella, contro la sentenza emessa dal gup, Marcello Rotondi in primo grado. I genitori degli alunni sono costituiti parte civile con gli avvocati di parte civile – Danilo Iacobacci, Marino Capone, Raffaele Tecce, Concetta Mari, Michela Pelos

Quattro gli insegnanti finiti nei guai. Era il 2019. Due di loro scelsero il rito abbreviato. E sono stati condannati per maltrattamenti a due anni di reclusione pena sospesa. Uno è stato assolto, con formula piena “perché il fatto non sussiste”, dalle accuse di violenza sessuale, già escluse dal tribunale del Riesame.. Inizialmente i quattro indagati furono sottoposti anche alle misure cautelari ridotte in fase succesiva  dal tribunale del Riesame.

L’inchiesta sull’asilo di Solofra, prese il via dopo l’allarme, lanciato nella chat della classe da alcune mamme che avevano presentato anche una denuncia alla stazione dei carabinieri. Alcuni genitori avevano raccontato agli inquirenti della situazione drammatica vissuta dai loro figli: si rifiutavano di andare a scuola, piangevano al momento di prepararsi per recarsi all’asilo e  non dormivano. Inizialmente i quattro indagati furono sottoposti anche alle misure cautelari attenuate successivamente dal tribunale del riesame. Da qui la decisione di tutte di rivolgersi ai carabinieri, i quali decisero di installare nell’asilo delle telecamere. I quattro docenti della scuola materna di via Fratta, ad avviso della pubblica accusa, «offendevano in più occasioni l’onore, il decoro e la reputazione degli alunni proferendo nei loro confronti espressioni vessatorie e offensive».

Michela Della Rocca: