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Masullo: “Nuovo terremoto in Irpinia, la fine di un sistema”

Aldo Masullo commenta le elezioni politiche irpine, con un’intervista a “La Stampa”. Le sue parole come sempre, risultano chiare e pungenti: “E’ stato cone un terremoto: è caduto tutto il sistema”.

E di terremoto in Irpinia si può parlare, senza tema di smentita, per la storia che risale al 1980 e che ci ricorda di essere in zona sismica, sperando pure che tutte le politiche in questi decenni siano servite a rendere stabili i nostri edifici. Ma questo è un capitolo tutto ancora da affrontare, in tutta la sua complessità. Sollecitazioni interessanti arrivano invece scorrendo l’intervista di cui abbiamo parlato, quando si parla di terremoto ma dal punto di vista politico-amministrativo. Alcuni passaggi sono emblematici. Dice il filosofo: «La politica non è altro che un vestito che va adattato a un corpo. Spesso ci si illude di mantenere lo stesso vestito quando il corpo è cambiato. In questo caso il corpo è profondamente cambiato. Qualche volta il vestito nuovo non è che sia molto migliore del vecchio e quindi è destinato ad essere macerato in breve termine».

In questa riflessione si possono riassumere, una, nessuna e centomila interpretazioni, di fatto introduce, Masullo, ad analisi sul dopovoto nella città capoluogo che ha dato la svolta, rispetto a quel sistema «democratico, legalmente ineccepibile, ma al tempo stesso asfittico, con scarsa capacità respiratorio». E ancora: «L’Irpinia era rimasta ferma al vecchio sistema democristiano, alla protezione di personalità di grande spicco, rispettabilissime, come De Mita. Ma è chiaro che il sistema stesso non fosse più adeguato al cambiamento. E’ come il terremoto. Fa cadere tutto, non guarda in faccia a nessuno». Se poi si vuole guardare oltre e avanti, indica Masullo, serve «costruire una vita professionale, perseguire obiettivi culturali. In poche parole, scrollarsi di dosso un vestito che impedisce di muoversi». Pensando all’Europa, non solo all’Italia, né tanto meno ad Avellino. La sfida è servita.

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