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Maxitruffa e fondi trasferiti in Cina: due indagati dai domiciliari all’obbligo di dimora

Maxi truffa  a 45 milioni di euro,  il Gip del Tribunale di Avellino ha accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare nei confronti di due indagati nell’ambito dell’inchiesta scoperta dai militari della Guardia di finanza di Solofra, presentata qualche giorno fa dal loro difensore, il penalista Ennio Napolillo.

I due ai domiciliari, di cui uno già scarcerato dal tribunale del Riesame, sarano sottoposti all’obbligo di dimora.  Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, avevano portato alla luce elementi che indicano come i due individui sottoposti a custodia cautelare in carcere (nelle fasi successive attenuata con i domiciliari) , tramite “prestanome” compiacenti e società “cartiere”, avessero messo in atto un sistema di frode fiscale di oltre 45 milioni di euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato alla luce elementi che indicano come i due individui sottoposti a custodia cautelare in carcere, tramite “prestanome” compiacenti e società “cartiere”, abbiano messo in atto un sistema di frode fiscale di oltre 45 milioni di euro. Una parte di queste somme, circa 1,7 milioni di euro, è stata trasferita attraverso numerosi movimenti bancari verso paesi extracomunitari, con una particolare destinazione verso la Repubblica Popolare Cinese.

Le indagini hanno rivelato che gli indagati hanno eseguito diversi trasferimenti di capitali tra le società coinvolte nel sistema fraudolento, alternando cambi di amministratori e cessioni di quote societarie per eludere i sospetti e mascherare i capitali utilizzati. È stato anche accertato che i proventi illeciti sono stati riciclati attraverso contratti fittizi con altre aziende e la cessione di crediti, al fine di allontanare le responsabilità dalle società principali coinvolte.

L’operazione è stata inoltre agevolata dall’analisi dei dati informatici, che ha fornito elementi cruciali per delineare il contesto investigativo e individuare le responsabilità penali degli indagati. Questa inchiesta dimostra l’importanza del monitoraggio dei flussi finanziari nel contrasto al riciclaggio di capitali illeciti, sottolineando l’impegno delle Fiamme Gialle nel prevenire la contaminazione dell’economia legale e garantire le condizioni di concorrenza equa.

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