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Mefite, dopo il riconoscimento dell’Appia si riaccendono le speranze di valorizzazione del geoarcheosito

Collegare il geoarcheosito della Mefite al progetto di valorizzazione della Via Appia, dopo la conquista del riconoscimento Unesco. E’ una delle strade che si aprono all’indomani dell’inserimento dell’Appia nell’elenco Unesco. A sottolinearlo il professore Michele Sisto, assistente di geomorfologia dell’UniSannio “Sono anni che lavoriamo al progetto di valorizzazione del geoarcheosito della Mefite. Qualche anno fa insieme all’allora vicesindaco di Rocca San Felice, ci siamo recati al Ministero dei beni culturali, nel corso del confronto è maturata l’idea di collegare il geosito alla valorizzazione della Via Appia. Non dobbiamo dimenticare che l’Appia passa  poche centinaia di metri dalla valle d’Anfanto, da comuni come Frigento, Gesualdo, Rocca San Felice, Bisaccia e Guardia. Siamo convinti che sia possibile sfruttare al meglio il riconoscimento internazionale per l’Appia per farne volano di sviluppo, coinvolgendo anche i comuni legati alla valle d’Ansanto”

 

” Nel sito – spiega Sisto – mostrano tutta la loro evidenza i fenomeni pseudo-vulcanici conseguenti alla presenza dei depositi della Formazione gessoso-solfifera derivata dalla notissima crisi di salinità del tardo Messiniano. Tali fenomeni hanno attratto l’attenzione di schiere di studiosi sin dall’antichità, passando per i nomi più celebri tra i viaggiatori del Gran Tour e della geologia italiana ed europea. Visto il grande pregio ambientale e paesaggistico, possiamo dire di trovarci di fronte ad un geosito ossia un luogo del paesaggio risultano essere una “entità fisica organizzata in sistemi naturali ed artificiali, sottoposti ad eventi spontanei e ad azioni umane, permeata da culture, segni e tracce delle stratificazioni ‘geostoriche’, prodotto delle interazioni tra cultura, azione dell’uomo ed evoluzione della realtà naturale” (Brancucci, 2004). Quindi, riprendendo questo ultimo concetto e la natura del luogo, il termine di geosito può essere trasformato in geoarcheosito ossia, un luogo avente un alto interesse ambientale, antropico, storico-archeologico e paesaggistico, in cui la componente geologica e quella antropica hanno la stessa importanza (Lena, 2009). La sua tutela e valorizzazione, fattore fondamentale nell’ambito delle più ampie politiche di pianificazione e di gestione delle risorse naturali (Burlando, 2009), non può che favorire un sempre più fiorente geoturismo. Infatti, in questa località e in siti limitrofi è sempre più praticato e attira un gran numero di visitatori, sia addetti ai lavori che semplici appassionati, scolaresche di ogni età, amanti del trekking e del turismo enogastronomico, accompagnati molto spesso da chi scrive e da entusiasti giovani locali. Le visite si inseriscono nel contesto di una più vasta fruizione che beneficia di un patrimonio ancora integro sotto il profilo paesaggistico e ricco di eccellenze agroalimentari”.

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