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Lomazzo: basta sessismo, le donne non tornano più indietro

Libertà e diritti delle donne, ci risiamo. O meglio, si continua a minare l’una e gli altri, anche sul linguaggio.

Fa inorridire il tentativo del senatore leghista Manfredi Potenti, poi fatto ritirare dai vertici della Lega, che ha presentato un disegno di legge che vieta l’utilizzo delle parole istituzionali declinate al femminile (con tanto di multa fino a cinquemila euro). Non solo. Le disquisizioni sull’argomento non si fermano, mentre restano gravi, in tutta la loro drammaticità, i fatti di cronaca che vedono le donne vittime di violenze, e fino alle estreme conseguenze.

Ne è consapevole la consigliera regionale di Parità della Campania, Mimma Lomazzo, che non risparmia severi giudizi: «Da più parti giungono esternazioni di rimprovero, se non proprio di derisione, alle donne che giustamente rivendicano la declinazione al femminile delle loro professioni (la lingua italiana lo prevede). Capisco che per molti, per ultimo il Vescovo di Avellino, (non ne capisco le motivazioni considerato il ruolo ) utilizzare l’uso del corretto linguaggio, rappresentativo cioè dei generi, possa essere un pericolo perché mette in crisi l’egemonia maschile (uomo = deus ex machina).
Le donne debbono continuare ad identificarsi nel maschile universale, anche quando sono loro a dirigere la macchina…».
A questi signori la consigliera pone alcune domande. La prima,  se si sono mai chiesti «perché le donne subiscono ancora discriminazioni, violenze, umiliazioni, differenza di trattamento nel lavoro, difficoltà di carriera, differenze salariali anche in costanza di uguale lavoro e/ o di un lavoro di pari valore?».
La seconda: «L’alto numero di femminicidi non deriva anche da una cultura impregnata fortemente di sessismo, che considera le donne alla stregua di “cosa propria” da poterne disporre a piacimento?».

Terza domanda:«Il rispetto di tutte le differenze/diversità, l’inclusione, la solidarietà, la costruzione di una società più giusta ed equa non si realizzano anche con la decostruzione di un atavico linguaggio, impregnato di stereotipi di genere, che non ha più motivo di esistere, considerato che le donne, a fatica, hanno conquistato un ruolo da protagoniste nella nostra società?».

E siamo alle considerazioni finali da parte della consigliera di Parità: «Le donne indietro non tornano più.
Esse rivendicano i diritti fondamentali contenuti nella nostra moderna Costituzione. Meglio farsene una ragione.
Piuttosto – conclude Mimma Lomazzo- lavoriamo, con serietà, tutti e tutte, “insieme”, affinché le donne possano avere pienamente la parità nelle opportunità.  Tralasciamo le esternazioni estive e mettiamoci a lavorare».

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