A rendergli omaggio anche Angeloantonio D’Agostino “La passione istituzionale, l’equilibrio e lo spessore di Giorgio Napolitano sono emersi durante tutti gli anni che lo hanno visto al Quirinale. Non a caso, in un momento particolarmente delicato per la vita del Paese, larga parte delle forze politiche ritennero di rieleggerlo, facendo di lui il primo Presidente della Repubblica ad essere riconfermato nella carica. Da parlamentare ho avuto l’onore di poterlo votare e di apprezzare meglio le qualità di uno statista che ha servito il Paese instancabilmente. La notizia della sua scomparsa mi addolora, avendo la consapevolezza che le nostre istituzioni subiscono oggi una perdita incolmabile”.
“Un piccolo aneddoto mi lega al compagno Napolitano – ricorda Andrea Montuori che ha impressa nella mente la visita di Napolitano ad Atripalda il 31 maggio del 1993, in occasione dell’inaugurazione del parco pubblico, accolto dall’allora sindaco Alberta De Simone e dall’onorevole Stefano Vetrano – Era l’undici settembre 2001 ed eravamo tutti sconcertati per quanto accaduto negli USA con l’attacco alle Torri Gemelle da parte dei talebani. Ad Atripalda stavamo nel bel mezzo dei festeggiamenti della Festa de L’Unità Unità. Avevamo organizzato un convegno/dibattito a piazza Garibaldi e Napolitano, allora Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo, era l’ospite della giornata. Mi chiamó Alberta dicendomi che bisognava andare a prendere Giorgio a piazza Macello. Lo vidi scendere dal bus, uomo tutto d’un pezzo, a primo impatto un po’ austero ma appena entrò in macchina capii di avere accanto una persona dai modi gentili e pronto all’ascolto. Chiese di me, dei mie studi, della mia vita e del mio impegno politico. Chiacchierammo poco più di un quarto d’ora, il tempo che separava Avellino ad Atripalda. Fu una giornata piacevole che non dimenticherò mai anche perché quell’uomo sarebbe diventato il primo Presidente della Repubblica eletto due volte. Politico che proveniva dalla militanza attiva del Partito Comunista Italiano, riformista del sud, uomo di Napoli che sempre ebbe a cuore il bene comune della nostra Nazione e dell’Europa”.
Stefano Vetrano ricorda l’amicizia profonda con suo nonno Stefano, maturata nelle file del Pci, rendendogli omaggio nel libro a lui dedicato per gli 80 anni di impegno di Vetrano, di cui aveva scritto la prefazione, in cui lodava la capacità di rappresentare la sua gente “il saper restare immerso nella realtà sociale e umana dela sua terra, il saper ricercare – da sindacalista e dirigente contadino, da parlamentare – soluzioni concrete ai problemi concreti anche attraverso le necessarie convergenze anche dall’opposizione, senza perlatro mai smarrie quella visione ideale e quella prospettiva mondiale che facevano da antidoto al rischio di cadere nella politica spicciola e nel provincialismo”