Nargi incontra la maggioranza: per ora non passa l’idea di una giunta “neutra” o di servizio. I festiani rivendicano il loro spazio

La proposta della sindaca Laura Nargi di marcare nella composizione della giunta una netta discontinuità rispetto al passato è stata accolta con una certa freddezza. Per modo di dire. Sarebbe più corretto affermare che il no da parte dei festiani è stato secco. Durante l’incontro con i consiglieri eletti che si è tenuto venerdì sera, pare che comunque la fascia tricolore non sia stata perentoria nell’affermare la necessità di dare alla città un segnale dopo gli ultimi risvolti giudiziari. In pratica significherebbe niente incarichi per i consiglieri comunali, in particolare per i festiani, soprattutto per gli ex assessori, per aprire una nuova fase.

Non è una questione di prestigio personale di ex assessori e consiglieri, non è in discussione la loro moralità, ma l’obiettivo è di lanciare un messaggio alla città, senza comunque fare i conti con il passato, e magari anche agli inquirenti.

La soluzione potrebbe essere una giunta tecnica. Per i festiani non se ne parla di assecondare Nargi: il risultato delle urne è chiaro, lampante: i cittadini hanno premiato Davvero e W la Libertà. Il criterio della selezione degli assessori è allora il numero delle preferenze. E poi, ragionano i festiani, che c’entrano gli ex assessori con le inchieste, che cosa hanno a che fare i consiglieri comunali eletti con le indagini.

Nargi ha preso tempo in una situazione difficile, al momento veti o legittime richieste non qualificano una maggioranza compatta. L’idea di una giunta neutra o di servizio potrebbe essere una via d’uscita che cancellerebbe il voto delle urne, e non sarebbe coerente, nel bene o nel male, con il passato dell’amministrazione Festa. Un’eredità che i festiani sembrano voler riscuotere puntando in alto, nonostante siano disponibili a concedere qualche sconto. Perché se si guardano i numeri, se si segue pedissequamente il criterio delle preferenze avrebbero diritto alla quasi totalità degli assessorati. A decidere sarà infine la sindaca, che non può essere il notaio della maggioranza ma non può nemmeno ignorarla.

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