Corriere dell'Irpinia

Nargi ostenta sicurezza, la battaglia morale solitaria di Gengaro, e Genovese sindaco ombra. In consiglio accade di tutto

È il primo giorno di scuola per la neosindaca Laura Nargi. Appuntamento alle 9 nell’aula consiliare. Caffè e chiacchierate per un briefing prima del debutto. Arrivano tutti alla spicciolata, consiglieri e futuri assessori. Rino Genovese si intrattiene con un Vigile Urbano, Antonio Gengaro è già seduto in trepida attesa. I componenti di quella che a poche ore sarà la maggioranza del governo di Avellino varcano la soglia del Comune ma non svoltano a sinistra. Si tira dritto alla scalinata di fronte per raggiungere l’ufficio della prima cittadina.

Nell’atrio va avanti e dietro, nervosamente, Danilo Festa. In giacca e cravatta è lì a manifestare la vicinanza e la presenza del fratello ex sindaco Gianluca. Un folto pubblico ha occupato tutti i posti a disposizione sfidando il caldo e l’afa. Spunta il sindaco di Bacoli Josi Della Ragione, lì per accompagnare la sua ex vice che sarà presente tra le fila della squadra composta dalla collega avellinese. Ma c’è tempo anche per concedersi un selfie.

Alle dieci ormai gli scranni del consiglio sono quasi tutti occupati, si può iniziare. Nicola Giordano presiede in veste di presidente del consiglio pro tempore, al fianco della Nargi, in un ruolo alquanto singolare, ma a margine fa notare anche un altro dettaglio: “E’ la prima e l’ultima volta che mi vedrete con la cravatta“.

La sindaca fa sul serio, anche nei colori dell’outfit. Un blu notte che archivia il bianco e il verde che avevano caratterizzato le sue ultime uscite ufficiali. Decisa, determinata. Ogni tanto si fa tradire dall’emozione. Non fa attendere la sua risposta quando un coriaceo Gengaro annuncia di voler abbandonare l’aula: “Frasi vergognose” sibila Nargi. Ed è subito bagarre.

La tensione cresce. Mormorano i consiglieri di maggioranza contro le invettive del solitario ex candidato sindaco che non risparmia nulla nemmeno nei primi dieci minuti di consiglio. Ma il termometro delle emozioni e del coinvolgimento è vario. C’è chi si concede una chiacchierata al telefono nel frastuono generale, chi sfoglia e legge interessato una copia de Il Mattino.

La seduta continua. Ecco il momento più atteso da un mese: la presentazione della giunta. Ci sono il fior fiore dei professionisti. Tutti tecnici, come ampiamente pronosticato. L’unica componente di estrazione politica è la più eletta della tornata elettorale, Marianna Mazza. Visibilmente commossa, viene proclamata vicesindaco. Un ente tutto al femminile. Laura Nargi va avanti spedita nella presentazione. Ad ogni nome annunciato scruta nella maggioranza alla sua sinistra. Uno sguardo ai suoi per non cedere all’emozione.

I fuochi iniziali che avevano agitato l’aula iniziano pian piano a spegnersi. Gengaro concede i suoi ultimi commenti alla stampa presente. I lavori si concludono. Genovese, che non ha fatto mancare le sue critiche all’esponente PD dopo i suoi interventi, si intrattiene in una chiacchierata con la fascia tricolore. Forse gli ultimi aggiornamenti tra alleati. Tra applausi e strette di mano, abbracci e baci, si inaugura il governo Nargi.

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