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«Non ho mai abusato di mio figlio», la difesa di un 42enne

«Non ho mai abusato di mio figlio», queste le parole del quarantaduenne, M. S. le iniziali, da anni residente a Sant’Angelo dei Lombardi e originario di Atripalda, dichiarate davanti al Gip del Tribunale di Avellino che ha emesso la misura cautelare nei suoi confronti.

L’uomo si dichiara vittima della giustizia e ha spiegato che la reazione del figlio sarebbe legata un risentimento nei suoi confronti maturato dopo che i servizi sociali gliel’avevano portato via. Ha aggiunto di non aver mai fatto sesso con una prostituta mentre il bambino si trovava in un’auto, come invece era stato raccolto proprio dalle consulenze eseguite dalla Procura per definire proprio i fatti. Un’altra delle accuse che erano finite nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare. Proprio sul racconto del dodicenne ruota gran parte dell’indagine. Ci sono due aspetti sui quali la difesa intende puntare la sua attenzione. Il bambino dopo aver raccontato le violenze, le ha ritrattate. Ma il consulente della Procura ha ritenuto attendibile la prima versione. Inoltre il dodicenne ha chiesto di poter tornare a vivere col padre.

Un comportamento che, per la difesa, proverebbe l’innocenza dell’indagato. Questo e altri aspetti saranno ora valutati dal giudice che dovrà ora decidere se confermare la misura cautelare. Molto probabilmente sarà il Riesame a dover dire l’ultima parola sul caso, anche se si attende una decisioone su eventuali attenuazioni della misura applicata. Un comportamento da parte del genitore che sarebbe andato avanti per molto tempo, almeno fino a quando il bambino non era stato allontanato dall’abitazione paterna per essere collocato in una casa famiglia. Ed è proprio nella casa famiglia che si è avuta consapevolezza e purtroppo anche la prova che il ragazzino avesse subito quelle violenze da parte del genitore. I racconti del minore sono stati ritenuti attendibili da parte del consulente della Procura che si è occupato degli accertamenti. Uno dei riscontri a questa circostanza è rappresentato da un fatto molto grave avvenuto nella struttura protetta dove il ragazzo è ospitato da alcuni mesi. In buona sostanza, molto probabilmente perchè traviato dalle vicende che gli erano occorse, il ragazzo avrebbe tentato di fare quello che aveva subito e visto fare dal padre ad un altro ospite della struttura protetta. Un segno, per il Gip, di quanto fosse stato «traviato » dalle violenze subite. Una brutta storia, comunque.

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