Site icon Corriere dell'Irpinia

“Non un albero in meno”, l’appello dell’Associazione Tartufai Nuscani

Non un albero in meno” è l’appello dell’Associazione Tartufai Nuscani. Ecco il comunicato:

“Qualche tempo fa abbiamo denunciato, su queste pagine, i rischi che comporterebbero i tagli colturali sulle montagne che costituiscono il Parco dei Monti Picentini, che è considerata un’area protetta, sia per quanto riguarda eventuali rischi idrogeologici sia per quanto riguarda il vincolo paesaggistico/ambientale e la tutela della biodiversità, la conservazione degli habitat e la protezione delle specie vegetali e animali, che rientrano nei compiti dell’area protetta (legge quadro sulle aree protette). Quando siamo venuti a conoscenza che l’Ente Parco ha rilasciato il Nulla Osta che consente i tagli nel Comune di Nusco, in seno al Piano di Assestamento Forestale (PAF) o Piano di Gestione Sostenibile della Montagna come corretto in modo più giusto dalle leggi europee del 2007, abbiamo appunto lanciato un allarme che pare sia rimasto inascoltato da parte degli Enti addetti alla sorveglianza e vigilanza (il Comune di Nusco in primo luogo), in materia di ambiente e gestione delle ricchezze storico-culturali, delle tradizioni locali, dell’educazione ambientale e della promozione del turismo naturalista e didattico, in quanto tutte queste cose non venivano rispettate soprattutto perché i rilievi di rischio idrogeologico non erano stati fatti o quantomeno non erano stati fatti in modo adeguato, per quanto riguarda numerose criticità che abbiamo rilevato e che  non erano state prese in considerazione.

Oggi, dopo 4 mesi dalla denuncia, possiamo purtroppo dire: eppur si taglia! parafrasando Galileo Galilei che disse, alludendo al movimento della Terra: “eppur si muove!”. Noi alludiamo ad un’altra terra, ad un piccolo pezzo di terra in territorio nuscano dove sono previsti i tagli di faggete e abetaie. Non bastano gl’incendi, dolosi e non, che in questi giorni stanno devastando le nostre montagne; non basta la strage di faggeti e di abetaie causata dalla siccità che si presenta ogni anno sempre più preoccupante e che sta comportando la caduta spontanea per sradicamento di centinaia di piante d’alto fusto; non sono bastati i tagli abusivi che negli anni hanno spogliato intere fiancate della montagna; non è bastato chiedere al sindaco di Nusco di cercare di salvare le tartufaie e le fungaie nonché di fare gli attenti rilievi richiesti dall’Ente Parco per la valutazione del rischio idrogeologico e, quindi, un suo diretto intervento per cercare di impedire o quantomeno contenere il numero dei tagli colturali; ancora, non è bastato allertare il sindaco e l’amministrazione comunale  di Nusco riguardo i rischi franosi che minacciano il serbatoio dell’acquedotto dell’Alto Calore a causa delle erosioni provocate dalle acque piovane che ne stanno minando la stabilità; non è bastato tutto questo: sulle montagne del comune di Nusco, da qualche giorno, si stanno tagliando faggi e abeti in numero spropositato, da quanto rilevato dal numero di piante “martellate”, e senza alcun rispetto delle  regole (trasporto dei tronchi con muli e non con mezzi cingolati, ecc.). Cosa resterà del nostro già limitato patrimonio boschivo e con quali gravi conseguenze?

L’Associazione Tartufai Nuscani, il cui motto è “Non un albero in meno”, si è fatta promotrice di una iniziativa per cercare di contenere i tagli indiscriminati previsti dal PAF, non per motivi ideologici ma per motivi concreti che interessano la salvaguardia dei beni naturali della montagna, della integrità del serbatoio dell’acquedotto e per la protezione delle tartufaie e delle fungaie che abbondano sulle nostre montagne e che costituiscono una fonte economica per numerose famiglie. L’Associazione Tartufai ha fatto ben due volte richiesta, regolarmente protocollata, al sindaco di Nusco per un incontro/confronto chiarificatore ma per ben due mesi e mezzo ha atteso inutilmente una risposta: è possibile, dopo 2 mesi e mezzo? Sono queste le regole? Quali sono i motivi che hanno spinto il sindaco a tergiversare per non incontrare i componenti della Associazione? È tutto chiaro: il sindaco si è detto finalmente disponibile ad incontrare i tartufai, ma non prima di avere dato l’autorizzazione a procedere i tagli ad un’azienda di Lioni che ha dato inizio ai lavori di disboscamento nella cosiddetta Valle Tonda, dove esistono lotti privati in cui tempo fa si coltivavano patate di montagna, ceci e fagioli. Si presume che il ragionamento del sindaco sia stato quello di dare inizio ai tagli in modo da impedire alla Associazione, i cui componenti sono gli unici (dov’è l’opposizione) che si sono fatti promotori della iniziativa per proteggere la montagna, opponendo le giuste e motivate obiezioni.

Noi ci chiediamo: quali sono i motivi che hanno indotto il sindaco di Nusco a mettersi di traverso? Non crediamo che i 112 mila euro offerti dall’azienda di Lioni possano risolvere i gravi problemi di cassa in cui versa da anni il Comune di Nusco, considerando oltretutto il fatto che la gran parte di questi soldi dovrebbero essere reinvestiti per le opere di rimboschimento e di messa in sicurezza della montagna, cosa che non è nelle forze attuali di questo Comune. Allora quali sono i motivi di tale ostracismo da parte del Sindaco? L’Associazione chiedeva al sindaco un dialogo sereno e un confronto possibilmente proficuo per risolvere in comune la questione, che in fondo riguarda il bene del paese. Ora il sindaco dovrà rendere conto alla cittadinanza del perché della sua scelta, non può trovare la giustificazione nelle casse vuote del Comune.

A questo punto, considerato il diniego da parte del primo cittadino, l’Associazione si è rivolta direttamente al Presidente del Parco dei Monti Picentini e per conoscenza a tutti gli Enti preposti alla gestione e alla salvaguardia dei monti Picentini chiedendo di bloccare le concessioni dei tagli colturali in atto  o quantomeno contenerli e di non concedere ulteriori Nulla Osta se prima non siano state effettuate le necessarie e attente verifiche per quanto concerne il rischio idrogeologico, soprattutto per quanto riguarda il versante del Montagnone a valle del quale è situato il serbatoio, per i rischi franosi e non solo, il tutto corredato da una dettagliata relazione, anche cartografica, redatta dal geologo Giuseppe Liotti. Oltretutto ha fatto una segnalazione all’Amministratore dell’Ente Alto Calore per denunciare lo stato di totale abbandono in cui versa il serbatoio dell’acquedotto e l’aumento dei rischi che correrebbe a causa di eventuali tagli a monte. L’Associazione spera che almeno il buonsenso di chi presiede questi Enti li possa fare intervenire in tempo per salvaguardare il patrimonio naturale boschivo delle nostre montagne e il serbatoio dell’acqua, della quale rischia di essere privata la cittadinanza nuscana per un tempo indeterminato, in caso di frana, considerando che l’acqua è un bene prezioso e vitale di cui nessuna popolazione può fare a meno, nemmeno per un solo giorno”.

Exit mobile version