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Piantare patate su Marte. Il lungo viaggio dell’agricoltura di Stefania De Pascale

Libri in uscita

La possibilità di realizzare missioni spaziali estese, con lunghi periodi di permanenza a bordo di piattaforme spaziali orbitanti o in colonie spaziali sulla Luna o su Marte, è legata alla capacità di creare un sistema biorigenerativo di supporto alla vita e, tra tutti gli organismi studiati per questa funzione, a oggi le piante rappresentano i rigeneratori più promettenti. È qui che entra in gioco l’agricoltura spaziale, la pratica di coltivare piante per sostenere la vita in un ambiente extraterrestre.

Stefania De Pascale, pioniera assoluta a livello internazionale in questo campo, ci spiega quali sono le sfide biologiche e tecnologiche che abbiamo di fronte e come potremmo fare per superarle, attribuendo all’agricoltura spaziale un ruolo cruciale nel promuovere pratiche responsabili e sostenibili verso il nostro pianeta e il cosmo. Un’inedita lezione per un futuro migliore che parte dallo spazio per tornare sulla Terra.

Piantare patate su Marte è, parallelamente, anche un racconto della storia delle esplorazioni spaziali e dell’agricoltura e del cibo spaziale, che mostra come i progetti di ricerca in questo campo siano fatti di collaborazioni internazionali, sinergie, amicizie e giovani ricercatori coraggiosi.

Stefania De Pascale è definita e si definisce con entusiasmo “astro-agronoma”. È professore di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli. Da oltre 25 anni si interessa della coltivazione di piante per il supporto all’esplorazione umana dello Spazio nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Nel 2019 ha fondato il Laboratory of Crop Research for Space, un laboratorio dedicato alla caratterizzazione delle piante per i sistemi rigenerativi di supporto alla vita nello Spazio, nato dalla collaborazione con il programma MELiSSA dell’ESA.

Ha ricevuto il premio Apollodoro di Damasco 2024, per il contributo alla ricerca di soluzioni sostenibili per la coltivazione di piante in ambienti estremi, inclusi quelli extraterresti.

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