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Piazzetta in festa a Montefredane, alla riscoperta delle radici tra sapori e identità culturale

Nel cuore dell’Irpinia, in quella terra che si staglia come baluardo di una tradizione rurale ancora viva e pulsante, torna l’evento che accende i riflettori su una cultura, che rischia di dissolversi sotto la pressione della modernità: “Piazzetta in Festa”, dal 16 al 18 agosto, ad Alimata di Montefredane. Una piccola frazione, eppure un microcosmo, che racchiude il senso profondo di appartenenza a una storia, che non vuole essere dimenticata.

Il fulcro dell’evento è il “Fusillo al tegamino”, cotto nel forno a legna, simbolo di una cucina che parla di tempi lenti, di gesti sapienti tramandati di generazione in generazione. Non è solo cibo: è un rito, un atto di resistenza culturale. In un’epoca in cui il fast food domina la scena, dove i pasti sono spesso consumati in fretta e senza consapevolezza, eventi come questo ci ricordano che il cibo può essere un mezzo per riconnettersi con le nostre radici. Come sosteneva Claude Lévi-Strauss, “il crudo e il cotto” non sono solo categorie alimentari, ma simboli di una complessa rete di significati che collegano l’uomo alla natura e alla cultura.

La cucina tradizionale irpina, con i suoi sapori decisi e la sua genuinità, è un patrimonio, che va oltre la semplice nutrizione. Ogni piatto racconta una storia: quella della terra, dei suoi abitanti, delle difficoltà affrontate e delle celebrazioni condivise. Come affermava il grande antropologo Ernesto De Martino, “la tradizione è memoria collettiva, è il filo che lega il passato al presente”. In questo senso, la festa ad Alimata è un atto di conservazione, una testimonianza tangibile di un’identità, che non vuole cedere all’omologazione culturale.

Il menù della festa riflette la ricchezza della cucina locale: braciola, cotechino al sugo, carne alla brace e dolci tipici, innaffiati da un pregevolissimo vino: l’ Aglianico di Avellino. Questi sapori sono il risultato di una sapienza antica, di un legame profondo con il territorio e le sue risorse. Ogni ingrediente, ogni ricetta, è il frutto di un sapere che si è sviluppato nel corso dei secoli, adattandosi alle condizioni climatiche, alle esigenze della vita rurale, alle festività religiose e alle tradizioni familiari.

 

Ma “Piazzetta in Festa” non è solo un viaggio nei sapori. È un rito comunitario, un momento di aggregazione che rinsalda i legami sociali in un mondo, che sembra sempre più frammentato e individualista. La solidarietà, che caratterizza l’evento, giacché l’incasso sarà devoluto in beneficenza, è un gesto che riporta al centro della scena valori, che rischiano di essere dimenticati: il bene comune, il senso di comunità, la volontà di aiutare il prossimo. In un mondo in cui, come sosteneva Zygmunt Bauman, la “società liquida” dissolve le certezze e indebolisce i legami, queste manifestazioni sono un antidoto prezioso.

L’Irpinia, terra di tradizioni contadine, di sapori antichi e di paesaggi incantati, si erge come simbolo di resistenza culturale. Eventi come “Piazzetta in Festa” ci ricordano che il vero progresso non è cancellare il passato, ma integrarlo nel presente, riconoscendone il valore e tramandandolo alle nuove generazioni. Come affermava Pier Paolo Pasolini, “il vero fascino del passato non è la nostalgia, ma la sua capacità di suggerirci soluzioni per il futuro”. E forse, in questi piatti semplici e autentici, c’è una lezione per il mondo moderno: quella di riscoprire il valore delle cose autentiche, delle relazioni umane e del legame con la propria terra.

W l’Irpinia e viva le tradizioni!

Rosa Bianco

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