Corriere dell'Irpinia

Pinto: Sud, basta con i partiti del risentimento. Necessario saldare cultura e politica

“E’ nella mancata saldatura tra cultura e politica il vero problema del Mezzogiorno d’Italia. La fine dei vecchi partiti ha determinato un vuoto, colmato dall’associazionismo o dalla presenza di forze politiche che scelgono di aggregarsi sulla forza del risentimento”. E’ una riflessione a tutto campo quella che consegna il professore Carmine Pinto, docente all’Università di Salerno, nel corso del confronto promosso dal Centro di ricerca Guido Dorso sul suo volume “Il Brigante e il generale”, presso il Casino del Principe. A discutere con l’autore Ermanno Battista del Centro Dorso e il vicepresidente Nunzio Cignarella. La guerra civile che infiammò il Mezzogiorno e vide tra i protagonisti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale diventa il pretesto per comprendere il ruolo decisivo del Risorgimento nella storia italiana. “Il nazionalismo – spiega Pinto – è una forza politico-culturale potente, capace di distruggere l’ordine sociale precedente, di sostituire all’idea di uno Stato divino uno Stato reale, di innescare meccanismi che permeano l’intera società e finiscono per influenzare l’immaginario di tutti, anche di chi non è consapevole di esserne influenzato. Una forza in grado di trasmettere idee anche a quella fetta della società meno istruita, avvalendosi  di linguaggi come musica e letteratura. Si costruisce quindi uno spazio pubblico, la nazione, capace di rispondere alla domanda sulla propria identità e appartenenza. E’ chiaro che i gruppi politici del Sud scelgono, dunque, di essere parte di una nazione perchè capiscono che non possono più vivere in una realtà marginale, vogliono potere decisionale e prendono coscienza del drammatico divario sociale tra Nord e Sud. Vogliono sentirsi parte di una nazione che sul piano della sovranità non dipenda da altri, non abbia bisogno dell’autorizzazione da parte di altri. Scelgono i Savoia e non i Borboni perchè più disponibili alla costruzione di questa nazione e alla concessione di una costituzione”.

Spiega come “Oggi ci troviamo di fronte a partiti privi di cultura politica, alimentati da vittimismo e provincialismo, dall’idea che i responsabili della propria condizione sono gruppi ben precisi, dall’insoddisfazione per il presente e da una degenerazione del passato. Si costruisce così l’idea di nazione su un senso comune mediocre ma potente. Si assiste ad un uso pubblico della storia, con personaggi come Crocco utilizzati per sostenere la propria visione. Ma è chiaro che l’idea di un Sud ricco, derubato delle sue risorse dai Savoia è priva di senso”. E sul fiorire di una mitologia dedicata ai personaggi dei briganti raccontati anche da una serie su Netflix Pinto sottolinea come “Il brigante è una figura affascinante. Chi si ribella ai meccanismi della società in un momento in cui la società è in crisi diventa leggenda, è quello che capita a Crocco che pure era un opportunista, pronto a sfruttare tutte le opportunità per conservare il potere”. E sull’esistenza di una questione settentrionale “Ancora una volta si è trattata di una questione ideata dal risentimento di uno dei maggiori centri produttivi d’Europa, il Lombardo-Veneto”

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