Ancora giovane e nell’animo la consapevolezza della straordinarietà del mio interlocutore, incontrai il prefetto nel palazzo di giustizia di Palermo. Fu nell’ascensore, dove la scorta mi concesse di salire con il generale, che, forse con ingenuità, mi rivolsi a lui, chiedendogli: “Generale come si sconfigge la mafia?”. Senza esitare, accennando un sorriso garbato, nascosto dietro quei suoi folti baffi, mi rispose: “Caro giovanotto, si comincia dai banchi della scuola”. Aveva visto giusto se è vero come è vero che, nonostante le inchieste giudiziarie sui grandi delitti di mafia abbiano avuto esiti modesti, la coscienza civile ha fatto enormi passi in avanti, grazie anche ai giudici Falcone e Borsellino e ai loro uomini di scorta. Le navi della legalità che ogni anno con a bordo migliaia di giovani attraccano a Palermo “per non dimenticare”, il grande commovente murale con i giudici uccisi dalla mafia appena consegnato ai palermitani e al mondo, sono testimonianza di un reale cambiamento che ha preso avvio proprio dai banchi delle scuole e dai tanti studenti che oggi gridano: “La mafia non ci fa paura”. E ciò lo si deve anche al profetico pensiero di Dalla Chiesa.
di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud