Corriere dell'Irpinia

Riflettere sul Medioevo: Filosofia, Cibo e Cultura

Nell’Irpinia dei borghi antichi nel periodo estivo in particolare, si respira aria di festa racconti, suoni, colori, e profumi di un tempo quasi dimenticato tornano a rivivere grazie all’impegno di associazioni e comitati cittadini che il più delle volte, non senza difficoltà e ostacoli, riaccendono i riflettori su una storia millenaria. Perché senza memoria di ciò che è accaduto nel passato, non può esserci presente, né futuro.

Come è accaduto nel suggestivo borgo di Rocca S. Felice dove dal 17 al 20 Agosto scorso, si è tenuta la XXVI edizione di “Medioevo a la Rocca”, un affascinante viaggio nel tempo che ha portato il pubblico a esplorare l’epoca medievale anche attraverso incontri di divulgazione storica e filosofica.

La rassegna intitolata: Incontri sul Medioevo giunta alla sua seconda edizione, ha rappresentato un’occasione di discussione pubblica su quest’epoca, nel tentativo di offrire una nuova e più imparziale visione sulle sue vicende. Grazie al lavoro compiuto dai vari relatori, è stato possibile ricostruire una parte significativa del panorama medievale, sotto il profilo filosofico, religioso, artistico, politico, senza dimenticare gli aspetti della vita quotidiana declinata in usi, costumi, mentalità popolare e abitudini alimentari.

L’idea di dar vita a questa serie di incontri in particolar modo per gli aspetti storico-filosofici, nasce dalla consapevolezza che oggi è possibile e forse quanto mai necessario, lasciare da parte i pregiudizi storici e culturali che per lungo tempo hanno considerato il Medioevo un’epoca buia, o semplicemente una fase di passaggio dall’Impero Romano all’età del Rinascimento.

Occorre inoltre considerare un ulteriore aspetto, l’indagine e lo studio sul Medioevo acquisiscono senso e valore non solo come esercizio di ricerca storica, ma anche come opportunità per riflettere sul mondo contemporaneo, nell’ottica di una comparazione storica sempre utile per maturare una coscienza critica rispetto al presente, purché ciò avvenga senza l’illusione di poterci considerare, in tutto e per tutto, simili o dissimili dai nostri avi medievali.

Tutto grasso che cola: cibo e cultura nel Medioevo”. Questo il titolo scelto dai docenti di Storia e Filosofia, Edmondo Lisena e Antonio Sordillo, per un argomento tanto singolare, quanto intrigante.

L’incontro si è aperto con una riflessione sul ruolo del cibo come “carburante della storia”. Il cibo si è rivelato un potente strumento attraverso cui comprendere l’identità di un popolo sotto diversi aspetti: culturali, sociali, religiosi e politici.

Oggi però il rapporto con il cibo ha assunto sfumature diverse e complesse, si può parlare a tutti gli effetti di una “religione del cibo”, dove esso non è più semplicemente un mezzo di nutrimento, ma è diventato un culto, un elemento centrale nella vita delle persone. Nel tempo il rapporto col cibo ha assunto due tendenze: la “cibomania” e la “cibofobia”. La prima rappresenta un’eccessiva esaltazione del piacere e dell’esperienza gastronomica, mentre la seconda, è caratterizzata dalla negazione dei piaceri culinari e da un’estrema attenzione verso la salute e le diete.

La scelta del tema è stata dettata dal fatto, che esplorare la cucina di quell’epoca non solo offre uno sguardo sulla vita quotidiana del tempo, ma fornisce anche uno specchio attraverso il quale scrutare le caratteristiche e le dinamiche dell’alimentazione contemporanea. L’analisi comparativa tra passato e presente, ha enfatizzato il Prof. Lisena, è cruciale per sviluppare una coscienza critica e una comprensione approfondita dell’attuale cultura alimentare.

Una stimolante intervista rivolta al Prof. Sordillo, il quale è inoltre Dottore di ricerca in Storia della Filosofia Medievale, ha permesso di portare alla luce, la complessa interrelazione tra cibo, cultura e società nel contesto medievale.

La prima questione posta ha riguardato il ruolo dell’alimentazione nel mondo cristiano medievale, ricordando quanto il Medioevo sia stata l’epoca storica della grande spiritualità cristiana. La domanda ha  introdotto il tema del silenzio nelle abbazie medievali, sottolineando come l’alimentazione fosse parte integrante della vita spirituale.

Il silenzio rappresenta l’elemento distintivo dell’esperienza spirituale dei monaci medievali. In particolare, la regola benedettina e i monaci cluniacensi ne sottolineano il valore. Nel corso dei secoli, i monaci hanno perfino sviluppato un linguaggio gestuale per comunicare senza infrangere il voto del silenzio, utilizzando segni come: gesti delle mani e movimenti del corpo catalogati dagli studiosi, che rappresentano cibi, bevande e addirittura concetti.

La riflessione è proseguita incentrandosi sulla continuità presente tra il Medioevo e il mondo contemporaneo, mostrando l’esistenza elementi di continuità, infatti alimenti come: lardo, olio, burro, pasta, pizza e formaggio, appartengono a due diverse culture fusesi nel Medioevo: quella romana, ereditata dal mondo bizantino, fondata sull’agricoltura e gli scambi commerciali, e l’Occidente invece, barbaro e autarchico, con un’economia e un’alimentazione basate sui boschi e la caccia.

Si è passati poi ad indagare il consumo di carne nel Medioevo, considerato un vero e proprio status symbol, come spiegato attraverso vari esempi tra cui: il legame esistente tra il consumo di carne e la manifestazione del potere politico (i signori che si macchiavano di fellonia, per esempio, erano costretti ad astenersi dal consumo di carne, Carlo Magno, ne faceva largo consumo per imporre la propria immagine di virilità). Il consumo di carne era naturalmente anche un indicatore di ricchezza e dello status sociale.

Le spezie nel Medioevo erano considerate tesori preziosi, secondo le credenze dell’epoca il giardino dell’Eden, situato a Oriente nella cartografia medievale, era ricco di spezie ed erbe aromatiche, che venivano considerate un collegamento con quel paradiso perduto. Le spezie, provenienti da quelle terre, erano viste come piante che portavano con sé una parte di quell’Eden, sostenute anche dagli effetti benefici veri o presunti, attribuiti al loro consumo.

La rassegna Incontri sul Medioevo ha affascinato il variegato pubblico, con un’immersione coinvolgente nella storia e nella filosofia del passato, aprendo spazi di comprensione sulla società moderna attraverso l’analisi delle sfumature culturali e comportamentali proprie di questa epoca storica.

Di Egidio Leonardo Caruso

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