Corriere dell'Irpinia

Riscontri, dalla scuola del Sud al legame tra Leopardi e Marciano Di Leo

E’ stata una riflessione sulla scuola del Mezzogiorno, sempre più esposta ai colpi dell’autonomia differenziata, a caratterizzare la seconda giornata del festival letterario Riscontri, promosso da Terebinto di Ettore Barra e affidato alla direzione artistica di Gianluca Amatucci. A confrontarsi nella giornata di ieri sul delicato tema dell’istruzione il dirigente scolastico Paolo Saggese a partire dal volume “La scuola e la questione meridionale nel primo secolo di unità nazionale” e il professore Francesco D’Episcopo con “Il vociante silenzio della scrittura”. Saggese si è soffermato sul profondo divario tra scuola e del Sud e del Nord “Già oggi sanità e istruzione non garantiscono nel Mezzogiorno i livelli essenziali di prestazioni. Il rischio è che l’autonomia differenziata accentui questa forbice, condannando la scuola meridionale per sempre. E’ chiaro che le società industriali investano maggiormente sull’istruzione perchè hanno bisogno di formare operai e dirigenti, inevitabile, dunque, che il Sud resti indietro proprio per la povertà economica che lo caratterizza”. Di qui l’appello “Basta fare affidamento sulla politica, deve essere il popolo a far sentire la sua voce, esercitando la democrazia. In Italia si continua a puntare su genialità e improvvisazione invece che sulla conoscenza”.

D’Episcopo ribadisce come “Il legame tra cultura e politica è sempre stato forte ma oggi non è più così, lo dimostra la politica che appare poco autorevole. La stessa scuola italiana è in decadenza, siamo governati da chi non conosce neppure l’italiano. La cultura viene oggi considerata un elemento marginale mentre sogno persone che concepiscano la cultura come forma di arricchimento culturale e spirituale”. E spiega come la scuola avrebbe bisogno di una forte scossa “di docenti capaci di trasmettere curiosità per ciò che spiegano. Dovremmo insegnare ai giovani che la vera droga di cui non si può fare a meno è la cultura”.

Tanti gli spunti di riflessione emersi anche dall’evento “Leopardi e l’Irpinia: Paesaggi di Poesia e Catastrofe”  dedicato a un articolo di Mario Gabriele Giordano pubblicato sull’ultimo numero della Rivista “Riscontri” (3-2023). Punto di partenza del dibattito il rapporto tra il poeta irpino Marciano Di Leo e il poeta irpino Leopardi a partire da “La Ginestra”. E’ stato Giordano a ribadire come i versi del Vesuvio di Marciano Di Leo, scienziato e poeta frigentino, non lascino adito a dubbi “La somiglianza è tale che non è possibile immaginare che Leopardi non avesse letto il Vesuvio di Di Leo, malgrado questo volume non sia presente nella sua Biblioteca “Questo però non sminuisce Leopardi, che ha fatto propri quei versi rielaborandoli in maniera personale. Nè dobbiamo ritenere Marciano Di Leo un grande poeta”.

E’ stato quindi il professore Michele Sisto a ricostruire la figura di Marciano Di Leo e il contesto storico culturale in cui si muove lo scienziato irpino “Il fatto che fosse stato scelto come redattore della Statistica murattiana dimostra che aveva piena dignità e autorevolezza come studioso, partecipando al dibattito che imperversava in ambiente scientifico sul vulcanismo, alla luce del quale vengono interpretati fenomeni come quello delle esalazioni della Mefite o della solfatara. Forti anche le suggestioni suscitate dalle eruzioni del Vesuvio che si ripeterono con grandissima frequenza nel 1700, come testimoniano le tavole che raffiguravano la lava che fuoriusciva dal vulcano, descritte da Marciano Di Leo nel suo testo “Il Vesuvio”

Di notevole interesse anche il confronto su “I classici tra noi: Dialoghi su libertà, decadenza e inconoscibile” tenutosi questa mattina. A confronto su “Charles Bukowski. La scrittura che esplode dal basso, l’America e il suo ubriacone” con Francesco Amoruso, “Fungosità da Yuggoth” di Lovecraft a cura di Dario Rivarossa con Marilù Lallo e “La ricerca della libertà” di Angelo Michele Imbriani.  Nel pomeriggio il confronto su “Vis et Volo. I capitoli matrimoniali nella Terra di Baian”o di Michele Mercogliano, “La platea del 1760. Il patrimonio fondiario della chiesa madre di Morra” di Vincenzo Di Lalla,  “Gli Zamagna di Prata e il loro palazzo baronale” di Dino Fiorentino Giovino. Modera Fiorentino Vecchiarelli. Alle 17.30 il dibattito prosegue con “La Danza delle parole” con i volumi “Scatti d’Irpinia” di Emilia Dente, “Deserto di sale” di Andrea Pinto e “Il primo giorno” di Miriam Barbone. Modera Monia Gaita

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