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Riscoprire la lezione di La Pira

Ad avvenuta presentazione delle liste dei candidati – nella città capoluogo e negli altri 46 comuni della provincia per il rinnovo dei Sindaci e dei consiglieri comunali, riemerge lo scontro personale ed è davvero difficile cogliere qualche barlume di speranza per una radicale inversione di tendenza sulla via della riscoperta del bene comune delle nostre comunità. Generalizzare, comunque, costituisce il percorso più facile per giudizi sommari ingenerosi e privi di una responsabile ricerca di quell’oncia di pensosa disponibilità ravvisabile nei candidati che, per la prima volta, scendono nell’agone politico. Lungi dal tentare di compilare delle pagelle di merito, avverto sommessamente l’esigenza e l’opportunità di recuperare la dimensione culturale e sociale dell’attuale campagna elettorale riproponendo la straordinaria figura di Giorgio La Pira e il Manifesto del Circolo dei Cattolici a lui intitolato, recentemente presentato al Circolo della Stampa di Avellino. Da questo prezioso filone del cattolicesimo sociale cittadino è anche preannunciata la presentazione, ai candidati e agli elettori, di una sintesi di proposte programmatiche per aprire un cantiere socioculturale capace di restituire ad Avellino la sua storica dignità di una comunità civile, progettuale, solidale e responsabile. I tanti cittadini candidati alla poltrona di Piazza del Popolo, misurandosi con se stessi e con la propria caratura politica personale, farebbero una cosa buona e giusta attingere alla fonte sorgiva dell’attualissimo cristianesimo sociale e concretezza di fede di La Pira, uomo politico del dialogo permanente come credente e cittadino. Recentemente alla Sala della Regina della Camera dei deputati, è stata presentata l’Edizione nazionale delle opere di La Pira. Si tratta di un lavoro maturato per anni, articolato in tre volumi per le edizioni Firenze University Press 2019, di cui il terzo dedicato alla formazione politica e al suo impegno nella Costituzione, curato dal costituzionalista Ugo De Siervo. “Di lui c’è oggi ancor più bisogno di ieri” afferma il Presidente della CEI, Cardinal Bassetti. C’è bisogno del suo “materialismo cristiano” che lo impegnò costantemente nella concretezza di fede, come risposta immediata alle emergenze sociali di coloro che non avevano voce (lavoro, casa, servizi sociali, formazione professionale). La Pira fu l’opposto del politico clericale. Fu cristiano libero anche nei confronti dei Papi. Fu un combattente solitario senza patteggiamenti con la mentalità degli equilibristi della politica. Fu tenace assertore del primato della comunità sulla politica e rispetto, finanche, al diritto di cui era un cultore esperto. Fu un autorevole costruttore della Carta Costituzionale “umana” come proiezione postuma del diritto romano che prevedeva il primato della società sullo Stato. Per queste motivazioni e per tante altre, ancora terreno di escavazione dottrinale di tanti moderni studiosi, la Pira è un gigante del cattolicesimo sociale alimentato dall’humus fecondo delle sofferenze umane, profetico anticipatore della Chiesa “Ospedale da campo” di Papa Francesco. Ai tre volumi ricordati, farà seguito un quarto dedicato alla molteplicità degli impegni di La Pira nel campo sociale, politico ed amministrativo. Ai nostri giovani disorientati, alla politica che ha smarrito la sua fondamentale connotazione di servizio, agli attuali mestieranti della politica considerata solo come uno strumento di affari e di potere, ai coraggiosi candidati per le prossime amministrative i postulati sociali e la concretezza amministrativa e progettuale di La Pira vanno ricordati con un paziente sforzo di approfondimento, di condivisione e di metabolizzazione umana, culturale e politica.

di Gerardo Salvatore

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