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Rompere in caso di emergenza, Cassese e la speranza della rinascita

‘‘Un libro autobiografico, che racchiude al suo interno tantissimi spunti comuni a centinaia di persone che hanno vissuto le stesse esperienze. Un libro condiviso che, non a caso, ha un fine solidale: parte del ricavato delle vendite andrà in beneficenza all’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi). Un libro scritto di getto, ovunque ed in qualsiasi luogo. Una narrazione veloce, scorrevole e votata all’attacco. ‘’Rompere in caso di emergenza’’ e prendere un cuore nuovo, sapendo che ogni giorno è un capitolo e ogni capitolo racchiude in sé la magia dell’esistenza.’’ Nasce con questo intento il primo romanzo del giovane giornalista e editore Nello Cassese. Non nasconde la sua passione per il calcio e il suo desiderio di dedicare questo volume a quanti hanno vissuto o stanno vivendo la sua stessa esperienza. ‘’Un uomo che non ha timore di chiedere aiuto, che non si nasconde agli altri, che sa che è un momento molto triste, perché proprio quella donna gli manca moltissimo, ma sa che deve rinascere, che deve trovare una strategia, riuscire a sopravvivere proprio a questa tristezza’’. Potrebbe essere un manuale da leggere nelle scuole, soprattutto rivolto ai ragazzi per far capire che non si è mai soli, che bisogna condividere non solo le uscite, la spensieratezza, ma anche le esperienze negative della vita. ‘’Per quanto siamo forti, a volte cadiamo e sbagliamo tutti e il tempo indietro non si può riportare. Ho adorato anche la sua fragilità, ora però è il mio nemico numero uno…io sono qui, inseguo la felicità, voglio le emozioni, non gli scenari.’’ ‘’Rompere in caso di emergenza’’ è dedicato dall’autore: ‘’A chi non ha la forza di chiedere aiuto e parlarne. A chi non si arrende e sogna. A chi crede nel potere della scrittura e della condivisione. Alle persone della mia vita’’. Nello Cassese ci tiene anche molto a far passare questi ringraziamenti: ‘’Grazie alla mia famiglia, soprattutto a mia madre Filomena. Grazie ai miei amici, soprattutto a quella anonima e potentissima coppia di meridionali trapiantati a Milano che mi ha sostenuto in queste settimane. Grazie ai personaggi della mia vita, anche e soprattutto a chi non è stato citato. Tutto ciò che ho raccontato è nato grazie a loro. Grazie a Mario Rainone per aver creato visivamente l’idea di questa mia metafora. Grazie a Nicola De Falco, amico e scrittore, senza di lui e senza il suo apporto probabilmente non avrei avuto il coraggio di pubblicare tutto questo. Grazie, ovviamente, a ‘’Lei’’, in un certo senso autrice come me di questo libro. Grazie a chi ha letto tutto. Grazie al giornalismo’’. ‘’La vita non si vive in assenza dei problemi ma si vive nonostante i problemi. Quando arrivano i problemi ci sono due strade; una è quella distruttiva di lamentarsi, l’altra è quella costruttiva di guardare il lato positivo delle cose. Ecco, io mi sento di averlo fatto e ho scoperto una parte di me che non conoscevo e che mi dà tante altre potenzialità. Forse la parte migliore di me e non ho rimpianti ad averla offerta.’’(Nello Cassese) Grande desiderio di riprendersi tra le mani la propria vita, anche dopo una battuta d’arresto.

Un libro che nasce da una esperienza personale e che è proprio un grido di solidarietà al mondo, un appello a chi ha vissuto o vive un momento di difficoltà. Dedicato a tutti quelli che ne hanno bisogno. Un testo che si racchiude in queste citazioni: ‘’Trovare la forza di reagire ad un momento buio …Non c’è vergogna nel sentirsi deboli per una delusione … Non esistono storie sbagliate, esistono solo modi sbagliati di raccontarle… Mi sento fortunato perché ho amici che sono nella mia vita sempre …Non è facile svegliarsi di lunedì con entusiasmo quando sai che sta iniziando un’altra settimana di lavoro ….La scuola è sempre stata un luogo felice. Vivo un ottimo rapporto con la polizia …..Le storie dei senzatetto della città di Nola. Per quanto si vive bene in questa terra, c’è sempre quella scarsità di opportunità e di stimoli che ti spinge a cambiare continuamente aria. Al sud siamo diventati esportatori nazionali di competenze. Invece di sfruttarle per migliorare queste terre, le lasciamo volare via per migliorare quelle degli altri. La realtà è che ci vuole più coraggio a restare che a partire.’’

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