Corriere dell'Irpinia

Rotondi in lacrime per i due giovani morti in un incidente, il sacerdote: “Vincenzo e Alessandro figli di tutti noi”

“Vincenzo e Alessandro figli di noi tutti”, le parole di don Giancarlo D’Ambrosio, il sacerdote di Rotondi, comune irpino della Valle Caudina che  prega in silenzio per i due 17enni morti in un uno scontro tra due scooter nella notte a Montesarchio. Un silenzio doveroso, per un lutto, che ha colpito due famiglie in un piccolo centro, dove si conoscono tutti. Da qualche settimana al comune c’è il commissario prefettizio perché il sindaco Peppino Ilario ha presentato le dimissioni irrevocabili. Il consiglio comunale si è sciolto e si tornerà alle urne solo la primavera del 2025. E anche per questo a testimoniare e rappresentare il dolore immenso di comunità, in queste ore, chiusa nel silenzio è il parroco. «Sono frastornato. Ho sperato e pregato perché si salvasse almeno Alessandro. Purtroppo, poi è arrivata anche la notizia della sua morte. Come sacerdote e comunità non possiamo fare altro che stare vicino alle famiglie. Dobbiamo farlo, rispettando il loro dolore. Rotondi,- continua il sacerdote-  è una piccola comunità laboriosa. Si conoscono tutti e tra queste famiglie vive un forte senso di solidarietà.
Dobbiamo considerare Vincenzo ed Alessandro, come i figli e i fratelli di tutti noi. E dobbiamo pregare per i loro genitori e tutti i familiari, Iddio di dovrà aiutare».

Sulla tragedia che ha causato la morte dei due giovani irpini esprime il suo rammarico anche il sindaco Montesarchio, territorio dove si è consumata la tragedia . «Apprendo che purtroppo, nella notte il nostro territorio è stato teatro di un tragico incidente in scooter, costato la vita a due giovanissimi della Valle Caudina. Esprimo la mia vicinanza e quella di tutta l’ amministrazione alle famiglie dei ragazzi e alla comunità di Rotondi. Una tragedia immane e inaccettabile, vista l’ età giovanissima delle due vittime. Rivolgo,inoltre, un appello ai giovani del territorio a tutelarsi e tutelare gli altri: simili tragedie non devono ripetersi».

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