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Sales: “Così le clientele alimentano le mafie”

L’appello dello studioso: fenomeno non solo meridionale, unica strada tagliare i legami con la politica

 

«Una mafia sempre più globalizzata ma al tempo stesso fortemente legata ai territori». Lo sottolinea con forza Isaia Sales, docente di Storia delle mafie all’Università di Napoli Suor Orsola, ospite questa sera, alle 20, del confronto promosso al complesso di Santa Chiara di Solofra nell’ambito della rassegna "Lustri". A discutere con lui dei cambiamenti che hanno attraversato i fenomeni criminali a partire dal suo volume "Storia dell’Italia mafiosa" il responsabile della sezione Letteratura di Lustri Cultura in Dies, Renato Siniscalchi. 
«La proiezione internazionale dell’economia, oggi sempre più globale, legata a i grandi traffici di droga – avverte Sales –  non ha allentato in nessun modo il legame con la politica locale, oggi la mafia è protagonista dell’economia internazionale e insieme del contesto socio-economico dei territori». Nel ripercorrere l’evoluzione dei fenomeni mafiosi chiarisce come «la criminalità organizzata non è solo un fenomeno del Sud, tende ad infiltrarsi e a investire dove c’è una maggiore disponibilità di risorse, di qui l’interesse per l’economia del centro Nord, dove ha incontrato pochissimi di ordine civile. E’ questo il segno che la diffusione delle mafie non è certo un problema di cultura, altrimenti la mafia si sarebbe inserita con più difficoltà in territori caratterizzati da una forte tradizione civile mentre così non è stato». Non nasconde i passi in avanti fatti in questi anni nella lotta alla criminalità organizzata: «In passato le mafie hanno voluto sfidare lo stato invece di affiancare i partiti, come avevano fatto fino ad allora, innescando una reazione catena, cominciata con la morte di Pio La Torre, una stagione proseguita fino agli assassini di Falcone e Borsellino. Oggi il clima è cambiato, la strategia della criminalità organizzata non è più la stessa, il principale sostegno alle mafie è offerto non dal consenso della popolazione  m dei politici, da quegli stessi che avrebbero dovuto contrastarla. Se i banditi e briganti avevano soltanto rapporti sporadici con le istituzioni, i mafiosi hanno, invece, rapporti stabili con lo Stato ed è questo ad aver decretato il loro successo. Per contrastare la criminalità organizzata non c’è altra straca che quella di tagliare i rapporti con la politica, con le istituzioni, sbaglia chi considera il clientelismo un fenomeno poco pericoloso, poiché dove c’è clientelismo arriva la mafia, dove c’è economia illegale ci sono i tentacoli della criminalità organizzata, chi alimenta un sistema clientelare espone il territorio alla penetrazione delle mafie».  Sales si sofferma anche sulla realtà irpina «Questo territorio è la dimostrazione di come la tradizione camorristica si possa infiltrare anche in luoghi dove non c’è tradizione camorristica, dove la criminalità organizzata non è un fenomeno ancestrale, è la conferma di quanto dicevamo prima, di come il sistema clientelare espone il territorio al condizionamento mafioso. E’ indubbio che in Irpinia la presenza della mafia è stata meno forte che altrove ma ai confini con la provincia di Napoli e Salerno si è fatta sentire e continua a farsi sentire con forza».

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