Santa Rita, Dente: la fede si faccia impegno nella storia nel segno di pace e bene comune

“La vera spiritualità è impegno nella storia. E’ la forza di una figura come Santa Rita, capace di incidere sul contesto storico-culturale del proprio tempo, facendosi costruttrice di pace. Sposa, madre, suora, ha vissuto sulla propria pelle la sofferenza ma ha risposto al dolore con l’amore, cercando sempre di unire e non di dividere, rinunciando alla logica della vendetta che dominava allora”. A sottolinearlo don Antonio Dente, rettore della chiesa di San Francesco Saverio, alla vigilia della processione dedicata alla santa che partirà domani, alle 18.30 dalla chiesa dedicata alla santa, attraverserà via Del Gaizo, percorrerà via Circumvallazione, piazza D’Armi, via de Concili, corso Vittorio Emanuele, piazza Libertà fino al rientro in chiesa. L’omaggio alla santa prendera’ il via la mattina, alle 11, con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Aiello, e la supplica. Ieri, intanto, la tradizionale benedizione delle rose, fiore caro a Santa Rita con la partecipazione di numerosi fedeli.

“Si tratta di un culto fortemente radicato in città – prosegue don Antonio – che resiste da quasi cento anni in questa chiesa. La forza di una figura come quella di Santa Rita è nella capacità di esortarci a coltivare la speranza, purchè la si abbini all’impegno quotidiano. Del resto, nulla può cambiare nella nostra vita se non ci mettiamo del nostro. Non dobbiamo dimenticare che ciascuno può influire sul futuro della società. Ciascuno, oggi come non mai, è chiamato a fare la sua parte – spiega don Antonio Dente – In un momento delicato come quello che vivono la città e l’Europa, in cui alcuni conflitti continuano senza sosta”.

Ribadisce come “la santità si incarna nelle situazioni ordinarie della vita quotidiana, nell’impegno per la polis, per il bene comune. Quello che arriva da Santa Rita è anche un appello ad affrontare con responsabilità un momento come quello delle elezioni amministrative, per costruire una società migliore”. Spiega come “sarebbe bello che quest’anno la devozione per Santa Rita si traducesse in una centralità della dimensione interiore. Anche se la processione, la ricerca della grazia sono anch’esse parte di questa devozione per la santa dei casi impossibili”.

Protettrice delle donne maritate infelicemente e delle cause impossibili, Santa Rita scelse la vita monastica per trovare conforto dalle tragedie familiari che avevano colpito la sua vita. Giovanissima, fu data in sposa ad un uomo violento. Il marito fu assassinato e nel giro di poco tempo anche i figli lo seguirono nella tomba. Malgrado ciò Santa Rita si adoperò per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo cosi la spirale di odio che si era creata. Entrò in convento e lì visse gli ultimi 40 anni di vita. Poco prima di morire, immobilizzata a letto, santa Rita chiese ad una sua cugina di portarle una rosa e due fichi dalla casa paterna. Era inverno, ma i frutti c’erano e la cugina glieli portò.
Da allora la rosa è il fiore caro alla santa, capace di vincere le spine che la vita le aveva riservato, sciogliendo il gelido inverno di tanti cuori. E anche questa volta i petali di rose infonderanno il suo capo.

 

redazione web: