Corriere dell'Irpinia

Scrivi al Corriere – I ricordi della maturità nelle vecchie magistrali

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Gentile redazione,

Le notizie di demolizione dell’Imbriani mi fanno tornare in mente un periodo speciale della mia vita: il tempo trascorso alle vecchie magistrali. Era un’epoca di scoperte, crescita personale e di grandi sfide. Le magistrali erano un luogo dove l’educazione non era solo una questione di libri, ma di formazione del carattere e dei valori.

La maturità è stata un traguardo significativo, un momento che segnava la fine di un capitolo e l’inizio di un altro. La preparazione agli esami finali era intensa: giornate intere dedicate allo studio, alle discussioni con i compagni di corso e alle ore di ripasso con i professori, che ci guidavano con pazienza e dedizione.

Il giorno dell’esame di maturità era carico di emozioni: ansia, speranza, e una forte sensazione di responsabilità. Entrare in aula e affrontare le prove scritte e orali richiedeva tutto il coraggio e la determinazione accumulati negli anni di studio. Ogni domanda posta dalla commissione era un’opportunità per dimostrare ciò che avevamo imparato e per riflettere sulla nostra vocazione.

Uscire dall’esame con il diploma in mano era un momento di gioia indescrivibile. Era la conferma che tutto il nostro impegno e i sacrifici fatti avevano portato i loro frutti. La maturità alle magistrali non era solo una certificazione accademica, ma un passaggio simbolico verso l’età adulta e la professionalità.

Questi ricordi mi riempiono di nostalgia, ma anche di orgoglio per il percorso intrapreso. Le esperienze vissute alle magistrali hanno plasmato chi sono oggi, e mi hanno dato gli strumenti per affrontare le sfide della vita con determinazione e passione.

Una vecchia maturanda di 45 anni fa

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