Site icon Corriere dell'Irpinia

Se la politica è ancora lontana dalla comunità

Tra le prime “esternazioni” dei componenti del nuovo esecutivo Lega-M5S, quelle che hanno suscitato non poche reazioni – positive alcune, negative altre – afferisco – no al nuovo Ministro ai Disabili e alla Famiglia, Lorenzo Fontana. Il parlamentare europeo della Lega, oggi ministro, non ha esitato a proclamarsi “cattolico e sostenitore della famiglia, composta dal padre, madre e figli”. Tali chiarissime affermazioni mi costringono a pormi non pochi interrogativi sul momento politico attuale, da molti definito postideologico, senza ruolo della memoria e privo di idealità. Per tanti come me, cattolico impegnato sulla frontiera della promozione sociale sin dai primi passi nella aule universitarie della “Federico II” di Napoli, le affermazioni del nuovo ministro da un lato mi fanno assaporare l’amarezza per l’assordante silenzio delle formazioni partitiche di centro e di sinistra, sconfitte dalle ultime elezioni politiche, dall’altro mi incamminano verso il superamento della nostalgia verso il culto dell’ispirazione popolare o democratico-cristiana. Sembra che l’intera area politica “centrista (d’ispirazione cattolica e laica) con il suo tacere, con la sua mancanza di reattività anche su esternazioni che riguardano problemi fondamentali come la famiglia, appare totalmente scomparsa in un momento cruciale, come quello politico attuale. La ostentata arroganza nel praticare, per decenni, il rifiuto delle critiche, anche le più sensate e più vicine all’alveo della comune ispirazione ideologica nella difesa dei più deboli, nel coltivare la formazione sociopolitica dei giovani con una scuola e una comunità educante aperta al futuro e alla speranza, alla tutela senza tentennamenti della vita, attualmente colpita in tanti modi e in tanti luoghi, tutti questi percorsi politici, culturali e programmatici abbandonati hanno costretto anche persone attive e responsabili a imboccare la via dell’antipolitica intesa come abbandono dei partiti tradizionali non più credibili e capaci di dare un minimo di risposte coerenti con una domanda umana, civile e sociale sempre più urgente. Quando il nuovo ministro Fontana non si vergogna a definirsi cattolico – in controtendenza con una moda consolidata – mi induce a ritenere – salvo le opportune verifiche sul campo del concreto agire politico – che la fede è ancora produttrice di storia, d’idealità e di progettualità per la promozione del bene comune. Ed allora, la delusione accumulata durante tanti anni di vane attese, il rischio di rifugiarsi nel consolidato del proprio ambito associativo o familiare, viene evitato da una doverosa e intelligente attenzione verso sforzi che sembrano recuperare la capacità di elaborare valori e programmi per dare un’anima alla politica e spingere i giovani ad agire da protagonisti. Non ne sono stati capaci i vecchi partiti, ormai silenti, non è da ritenere scontato che non lo faranno le nuove formazioni, definite populiste. Nessuna apertura di credito, in sostanza, ma nel contempo nessuna chiusura, consapevole che l’attuale distanza dalla politica della comunità va superata recuperando ambizioni e capacità critica soprattutto da parte dei giovani giustamente inquieti, impegnati nella ricerca di una propria identità, in un fecondo orizzonte di speranza e di futuro.

di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud

Exit mobile version