Corriere dell'Irpinia

Serino, il vescovo: il messaggio di San Giuseppe Moscati, nel segno della solidarietà

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Ripensare il proprio vivere nel mondo, nel segno della solidarietà, della gratuità. Fosse anche una sola volta al mese, senza agire ritenendo di doversi aspettare comunque un compenso. Il vescovo di Avellino, Arturo Aiello ha trasferito ai tanti fedeli riuniti alla località Pozzallo di Serino il messaggio che San Giuseppe Moscati continua a lanciare, oggi nella sua santità, ieri come uomo, medico, ricercatore, al servizio degli altri.

Si è rinnovato lungo questo solco il tradizionale appuntamento del 25 luglio, giorno in cui si celebra la nascita del medico santo che ha visto la luca a Benevento nel 1880, vissuto a Napoli, ma che qui a Serino, in questo bosco, trovava la sua pace, lontano dai clamori di Napoli, e che a Santa Lucia di Serino aveva ben salde le origini della sua famiglia.

Presso l’Edicola alla località Pozzillo il vescovo ha concelebrato davanti ai fedeli, ai sindaci del territorio, con il pensiero rivolto agli ammalati, angli anziani. Con un pensiero preoccupato al sistema sanitario nazionale, che rischia di trasformarsi come quello americano, ha sottolineato monsignor Aiello, quel sistema che favorisce i ricchi a discapito dei poveri. Altra storia quella di Giuseppe Moscati,  il medico dei poveri, morto il 12 aprile 1927, a soli 47 anni, per un infarto, e fino all’ultimo istante aiutando, donando.

Temi che non ha mancato di attualizzare il presidente dell’associazione San Giuseppe Moscati, Carlo Di Donato. Anche lui medico, sa quanto vale una sanità di professionisti  al servizio dell’uomo nei momenti più difficili. E sa quanto valgono la solidarietà, la fratellanza, anche quando si tratta di ritrovarsi in occasioni come questa, dell’organizzazione di un evento che ha un alto valore spirituale e culturale, oltre che sociale.

Carlo Di Donato

E come non fa ad aprirsi l’animo, quando proprio nel giorno della ricorrenza gli è stata recapitata la lettera di un montorese che nel lontano 2006 aveva destinato 150 euro da donare in nome del Santo.
Così come ha espresso il suo rammarico, per non essere mai riuscita, Serino, a realizzare una chiesa dedicata al medico santo, a causa dei vincoli imposti dalla zona rossa proprio dove è sorta la bella edicola, quella che il vescovo ha definito “un tempio a cielo aperto”.
La processione del Santo, la preghiera, i fuochi d’artificio hanno segnato gli altri momentii del pomeriggio dedicato al  patrono dei medici  e dei soccorritori dell’emergenza. La statua lignea che lo raffigura, della Scuola di Ortisei, poggia su un manufatto realizzato da un cittadino, in omaggio alla grande bellezza di un uomo santo che è nel cuore di tutti.

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