Corriere dell'Irpinia

Spaghetti Style: da Avellino lo swing con panciotti, borsalino e abiti gessati

AVELLINO – Coinvolgenti, versatili, estrosi: gli Spaghetti Style catturano il pubblico interpretando e riproponendo cover e brani originali del migliore swing, rivisto con il rispetto filologico dovuto ai classici del genere, ironia originale, ritmi trascinanti e una scalmanata sarabanda di suoni e melodie elettroniche. Portatori sani di buone vibrazioni per una platea che va dai 10 ai 90 anni. Sette musicisti raffinati, con tanto di abito gessato, cravatta scura e l’irrinunciabile borsalino a falde larghe, riescono, grazie a un perfetto interplay durante le loro performance, a creare un’atmosfera di puro divertimento, energia dirompente, talentuosa improvvisazione, audaci e funamboliche miscellanee di pezzi storici, senza soluzione di continuità, tra nomi celebri come Fred Buscaglione, Renato Carosone e Domenico Modugno. Uno spettacolo esplosivo, entusiasmante e sfrenato.

Chiediamo al leader del gruppo, Alessandro Tozza, come nasce il nome del gruppo…

Il nome Spaghetti Style nasce dal fatto che noi italiani siamo conosciuti nel mondo come i mangia spaghetti per eccellenza; lo style è per richiamare il modo di vestire degli anni ‘30-‘40, abiti gessati, panciotti e il borsalino a falde larghe. Il progetto infatti nasce per rievocare e far rivivere le atmosfere e i suoni dello swing italo-americano che ha avuto grandissimo successo in tutto il mondo. La nostra attività ha inizio nel maggio del 2007 in un garage di Valle ad Avellino e dopo 17 anni siamo ancora qui a raccontare la nostra avventura musicale fatta, innanzitutto, di grande passione e amore per questo genere musicale. Nel tempo si sono avvicendati vari musicisti, portando la band ad essere una sorta di laboratorio musicale sempre in evoluzione e sempre aperto a qualunque stimolo creativo che ogni musicista, con la sua esperienza, ha apportato, contribuendo a far evolvere e aggiornare il sound della band.

Qualche aneddoto gustoso per i nostri lettori?

Di aneddoti ce ne sono davvero tanti, forse troppi per poterne scegliere solo qualcuno. Abbiamo fatto tantissimi concerti sia a livello nazionale che fuori dai confini… il nostro primo lavoro discografico dal titolo ‘Grosso guaio a Little Italy’ è davvero diffuso in tutto il mondo, da New York all’Olanda, fino al Montenegro dove lo abbiamo portato personalmente quando partecipammo ad un Festival Internazionale a Budhva. Negli anni ci sono state anche apparizioni televisive a livello nazionale tra cui Italia’s got talent del 2013 in onda su Canale 5.

Come vedi il panorama musicale della nostra città e della provincia?

Sono convinto e sicuro che la nostra terra sia piena zeppa di grandi talenti e di grandi musicisti. Non ultimo vorrei citare un gruppo che ho avuto modo di apprezzare tantissimo, anche se di un genere diverso: si chiamano ‘Aminta’ e consiglio a tutti di ascoltarli perché sono davvero forti e soprattutto sono giovani talenti che hanno tanta ‘fame’ di musica.

Cosa potrebbero fare le istituzioni pubbliche per la scena musicale di Avellino?

Lasciare un pò da parte il ‘folklore’ e dare più spazio a musicisti coraggiosi e innovativi, giovani pieni di creatività che fanno anche tanti sacrifici per poter restare a galla nel mare delle ‘tammurriate’ che rischia di far affogare le nuove generazioni e le nuove tendenze musicali. Far uscire la nostra provincia dal cliché della musica popolare a cui ormai siamo assuefatti e, a dire il vero, che un pò ci ha stancato.

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