Corriere dell'Irpinia

Stellantis, a Pratola Serra 500mila motori e piena occupazione

I tempi bui della crisi economica che ha sconvolto il mercato alla fine degli anni ’10 del nuovo millennio sembra essere un lontano ricordo. Almeno per lo stabilimento di Stellantis a Pratola Serra. Una situazione in netta controtendenza con le fabbriche ex Fiat sul territorio italiano, dove si registra un arretramento progressivo del gruppo automobilistico, o quantomeno un sostanziale immobilismo.

Nell’industria sulle sponde del fiume Sabato si lavora regolarmente dopo 15 anni segnati profondamente dagli ammortizzatori sociali. Dopo le 100 uscite volontarie registrate ad aprile, rientranti nel piano di incentivi predisposto dall’azienda e concordato con le principali sigle sindacali, se ne prevedono – come da accordi – altre 70 entro la fine dell’anno.

Conclusa questa fase, che dovrebbe protrarsi per tutto il 2024 e portare a una produzione di circa 400mila motori, dal gennaio del nuovo anno si punta all’azzeramento della cassa integrazione. Di conseguenza, si potrà raggiungere un punto di equilibrio di 1500 operai e una produzione che si attesterebbe sul mezzo milione di motori. Per ritrovare proiezioni di questo livello bisogna andare indietro di almeno una ventina d’anni.

E non è escluso l’integrazione del personale, con nuove assunzioni o con operai provenienti da altri stabilimenti. Il gruppo Stellantis punta forte sullo stabilimento irpino, che ha battuto anche la concorrenza francese sulla produzione dei veicoli commerciali.

Stabilità e produttività assicurate almeno per i prossimi tre anni. Sul lungo periodo incombono le politiche dell’Unione Europea sui motori diesel, che al momento prevedono il divieto di vendita dal 2030. Prospettive che probabilmente saranno ribaltate, intanto a Pratola Serra si procede spediti verso una produzione a pieno regime.

Exit mobile version